Il 22 aprile 2025 torna l’appuntamento con la Giornata Mondiale della Terra, giunta alla sua 55ª edizione. Istituita per la prima volta nel 1970, questa ricorrenza si è affermata negli anni come uno dei principali momenti di sensibilizzazione globale sui temi ambientali, energetici e climatici. L’edizione di quest’anno ruota attorno al tema “Our power, our planet” (“Il nostro potere, il nostro pianeta”), un’espressione che evidenzia la necessità di mettere in campo risorse, competenze e azioni concrete per affrontare le sfide ambientali legate alla transizione energetica.
Rinnovabili e decarbonizzazione: il cuore del tema 2025
L’obiettivo principale promosso per il 2025 è triplicare la produzione di elettricità pulita entro il 2030, una meta che implica un cambio di paradigma nella gestione delle risorse e nei comportamenti collettivi e individuali. Per farlo, è essenziale intervenire nella riduzione degli sprechi energetici, partendo dalle azioni quotidiane di cittadini, imprese e istituzioni.
Le fonti rinnovabili — come l’energia solare, l’energia eolica, il geotermico e il biogas — vengono individuate come soluzioni già disponibili e in grado di fornire energia a basso impatto ambientale. L’impiego di queste tecnologie viene considerato strategico per contribuire a un modello energetico globale più resiliente e meno esposto alle fluttuazioni geopolitiche legate all’uso di combustibili fossili.
Un obiettivo condiviso oltre confini e interessi
Il tema dell’edizione 2025 sottolinea che la produzione e l’uso di energia rinnovabile rappresentano un elemento trasversale, in grado di superare divisioni economiche, politiche e culturali. A differenza di molte altre politiche settoriali, la transizione energetica appare come un ambito in cui è possibile costruire un consenso diffuso, proprio per la sua capacità di incidere su ambiti cruciali come la salute pubblica, la qualità dell’aria, la sicurezza energetica e lo sviluppo tecnologico.
L’invito rivolto in occasione della Giornata della Terra è quello di riconoscere il potenziale collettivo nell’affrontare la crisi climatica, valorizzando le competenze esistenti e investendo in nuove infrastrutture che favoriscano la produzione e distribuzione di energia pulita. In questo contesto, il concetto di “potere” fa riferimento non solo alla capacità di azione dei governi, ma anche a quella dei singoli cittadini, delle imprese e delle comunità locali.
L’Italia e la transizione energetica, il rapporto di Italy for Climate
In occasione della Giornata Mondiale della Terra, Italy for Climate ha presentato un’analisi dello stato ambientale dell’Italia nel 2024, evidenziando progressi limitati e numerose criticità. Il Paese registra un ritardo nella decarbonizzazione e un aumento dei consumi energetici, pari a +1,5% rispetto al 2023, soprattutto nei settori degli edifici e dei trasporti.
Nonostante l’Italia resti tra i Paesi europei con la maggiore dipendenza energetica dall’estero, il fabbisogno coperto da importazioni è sceso al 72%, grazie alla crescita delle rinnovabili. Queste ultime hanno raggiunto nel 2024 il 49% della produzione elettrica nazionale, segnando un nuovo record nella riduzione delle emissioni del settore elettrico.
L’industria conferma il suo ruolo positivo, con una diminuzione del 40% delle emissioni rispetto al 1990. Al contrario, il settore dei trasporti è ancora il più problematico: le emissioni sono aumentate del 2%, superando i livelli del 1990. Nel comparto edilizio, le vendite di pompe di calore sono in calo per il secondo anno, mentre cresce il fotovoltaico residenziale, con oltre 1,6 milioni di impianti installati.
Gli esperti sottolineano l’importanza di non rallentare il percorso intrapreso: i dati del primo trimestre 2025 segnalano un calo delle nuove installazioni rinnovabili, suggerendo la necessità di mantenere alta l’attenzione e rafforzare le politiche di transizione energetica.
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