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Mutuo prima casa, via alle detrazioni nel Modello 730 per gli interessi passivi


L’acquisto della prima casa rappresenta un importante traguardo per le famiglie. Questo è uno dei motivi per i quali è possibile portare in detrazione nel Modello 730/2025 o nel Modello Redditi Pf gli oneri sostenuti per pagare il mutuo. I vantaggi fiscali – pari al 19% – spettano per i finanziamenti ipotecari contratti per l’immobile adibito ad abitazione principale. Ma non solo.

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La detrazione per il mutuo prima casa

Indipendentemente dal fatto che il contribuente presenti il Modello 730/2025 o il Modello Redditi Pf può accedere alle detrazioni fiscali previste per il mutuo sulla prima casa. Se adibita ad abitazione principali, le agevolazioni spettano sia per l’acquisto di una casa già costruita o ancora in fase di realizzazione.

Ai contribuenti, come già detto, spetta una detrazione del 19% degli interessi passivi, che deve essere calcolata su un limite massimo di spesa pari a 4.000 euro. Gli interessi passivi sul mutuo sono la quota di interessi che bisogna pagare alla banca, oltre al capitale, per il prestito ricevuto. Rappresentano, per farla semplice, il costo del denaro.

Come funziona il limite massimo di spesa

Ma come funziona, ai fini pratici, il limite massimo di spesa sugli interessi passivi di un mutuo? Rispondiamo a questa domanda portando alcuni esempi pratici. Se nel corso del 2024 sono stati versati passivi per un valore totale di:

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  • 3.500 euro, al contribuente spetta una detrazione pari a 665 euro;
  • 4.800 euro, al contribuente spetterebbero 912 euro, ma nella dichiarazione la detrazione massima sarà pari a 760 euro (il 19% di 4.000 euro).

Nel caso in cui gli interessi passivi vengano versati da entrambi i coniugi, nel Modello 730/2025 o nel Modello Redditi PF spetterà a ognuno di essi un importo massimo pari a 380 euro.

Per quali mutui è possibile chiedere le agevolazioni

I finanziamenti per i quali è possibile ottenere le agevolazioni fiscali direttamente all’interno del Modello 730/2025 o del Modello Redditi PF sono le seguenti:

  • i mutui ipotecari che sono stati stipulati prima del 1993, per i quali è necessario utilizzare il codice 8;
  • i prestiti e i mutui agrari di ogni specie, per i quali dovrà essere utilizzato il codice 11;
  • i mutui ipotecari che sono stati sottoscritti a partire dal 1998 e che sono stati richiesti per la costruzione e la ristrutturazione edilizia degli immobili da adibire ad abitazione principale, utilizzando i codici 10 o 46 per quelli contratti dopo il 1° gennaio 2022;
  • mutui anche non ipotecari che sono stati contratti nel 1997 per effettuare interventi di ristrutturazione o manutenzione presso l’immobile adibito ad abitazione principale, utilizzando il codice 9.

Cosa succede quando il mutuo è cointestato e il coniuge è a carico

Una delle situazioni in cui una coppia può trovarsi è che un coniuge sia a fiscalmente a carico dell’altro. In questo caso:

  • il mutuo potrebbe essere intestato a entrambi i coniugi;
  • l’immobile deve risultare di proprietà di tutti e due.

Il contribuente che presenta il Modello 730/2025 o il Modello Redditi Pf può inserire per intero i costi sostenuti al 50% da entrambi i coniugi. Nel rigo E7 deve, però, è necessario indicare la corretta percentuale di titolarità del contratto (ad esempio al 50%) e deve essere spuntata la casella che riporta: Interessi sostenuti per conto del coniuge a carico.

Prima di compilare la documentazione relativa alla dichiarazione dei redditi è opportuno verificare cosa viene riportato all’interno del contratto del mutuo:

  • con una ripartizione diversa dal 50% delle spese, gli interessi devono essere detratti seguendo quanto indicato all’interno del documento;
  • con indicazioni diverse, le detrazioni spettano al 50% per ognuno dei due mutuatari, dato che entrambi risultano essere cointestatari sia del mutuo che dell’immobile.

Cosa succede in caso di separazione

Fortunatamente in caso di separazione dei coniugi la detrazione fiscale del mutuo non viene persa. Nemmeno quando uno dei due è costretto al trasferimento della dimora abituale.

Le agevolazioni fiscali, in altre parole, vengono mantenute perché il coniuge che cambia dimora continua a rientrare nel nucleo familiare dell’altro coniuge e avrà la possibilità di continuare a godere delle detrazioni fiscali fino a quando non arriverà una sentenza di divorzio emessa da un giudice.

Quali detrazioni spettano in caso di contitolarità

Come abbiamo accennato in precedenza, le percentuali di detraibilità del mutuo devono essere approfondite a seconda di quanto riportato nel contratto sottoscritto. Ma proviamo a vedere quali sono le percentuali di detraibilità del mutuo:

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  • se la titolarità dell’immobile e quella del contratto del mutuo è al 50% tra i due coniugi, spetta una detrazione del 19% su un importo massimo di 2.000 per ogni soggetto (totale 4.000 euro);
  • se la titolarità dell’immobile è divisa al 50% tra i due coniugi, ma quella del mutuo è in capo al 100% a uno solo, quest’ultimo detrae il 100% della quota;
  • se la titolarità dell’immobile è in capo solo ad un coniuge, mentre il mutuo è al 50%, solo il proprietario dell’immobile può portare in detrazione gli interessi passivi, ma solo nella quota del 50%.

Quale documentazione è necessario conservare

Per portare in detrazione gli interessi passivi del mutuo il contribuente deve allegare al Modello 730/2025 o al Modello Redditi Pf la certificazione degli interessi di mutuo, che deve essere rilasciata direttamente dalla banca. Dovrà anche allegare l’atto di proprietà del mutuo.

Ogni anno l’istituto bancario deve rilasciare un documento attraverso il quale vengono attestati i dati della quota di pagamento del mutuo effettuata nel corso dell’anno precedente (quindi quest’anno deve essere riprodotta quella relativa al 2024), che deve essere suddivisa tra la quota capitale e la quota interessi. È quest’ultima che è importante per la dichiarazione dei redditi.





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