La gestione della crisi d’impresa nel settore dell’industria pastaria presenta sfide complesse che richiedono un approccio multidisciplinare e strumenti specifici previsti dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Questo codice offre diverse soluzioni per affrontare le difficoltà finanziarie e operative delle aziende, tra cui la Composizione negoziata che consente all’imprenditore di avviare un dialogo con i creditori per trovare soluzioni condivise. Si va dagli accordi di ristrutturazione dei debiti che permettono di riorganizzare i debiti aziendali in modo sostenibile al concordato preventivo che è uno strumento per evitare la liquidazione giudiziale, favorendo il risanamento aziendale.
La gestione della crisi d’impresa non si limita agli aspetti finanziari, ma coinvolge anche il trattamento dei crediti tributari e contributivi, aspetti giuslavoristici e penali nonché la gestione delle dispute legate alla crisi. L’industria pastaria, come altre filiere agroalimentari, può essere influenzata da fattori esterni quali: L’aumento dei costi energetici e delle materie prime che può incidere significativamente sui margini operativi. L’incremento dei prezzi di produzione e distribuzione può rendere più difficile la sostenibilità economica. I Regolamenti UE sulla sicurezza alimentare che impongono standard rigorosi che le aziende devono rispettare anche in situazioni di crisi.
Per superare una crisi, le aziende possono adottare diverse strategie: dai Piani di risanamento: Redatti con l’aiuto di esperti economici e giuridici per garantire la sostenibilità a lungo termine. L’Innovazione e diversificazione investendo in nuovi prodotti o mercati per ridurre la dipendenza da segmenti vulnerabili. La collaborazione con stakeholder che coinvolge fornitori, clienti e istituzioni finanziarie per trovare soluzioni condivise.
La gestione della crisi d’impresa nel settore pastario richiede un approccio integrato che combini strumenti legali, economici e operativi. È fondamentale agire tempestivamente per prevenire il deterioramento della situazione aziendale e garantire la continuità produttiva.
Per redigere un piano di risanamento efficace per un’azienda pastiaria in crisi, è essenziale combinare analisi finanziaria, strategie operative e adattamenti settoriali. Ecco gli elementi chiave basati sulle migliori pratiche e casi di studio: occorre Valutare liquidità, debiti, flussi di cassa e margini operativi specifici del settore alimentare. Identificare punti critici nella catena di approvvigionamento, come dipendenze da singoli fornitori o ritardi logistici. Stabilire tempi massimi per ripristinare la produzione (es. 48 ore per linee critiche). Determinare la tolleranza alla perdita di dati operativi (es. ordini clienti). Rinegoziazione contratti con fornitori di farina. Razionalizzazione formati di pasta per ridurre sprechi. Creare partnership con piattaforme e-commerce alimentari. Sviluppare kit di pasta gourmet per la GDO. Adottare software di tracciabilità per materie prime. Valutare l’impatto di aumenti del 30% dei costi energetici.
La riuscita del piano di rilancio richiede un approccio integrato che combini rigore finanziario, innovazione di prodotto e flessibilità operativa, mantenendo sempre il focus sulla qualità e sicurezza alimentare. Nella redazione di un piano di risanamento per un’azienda pastiaria, è cruciale identificare e mitigare i rischi chiave che potrebbero comprometterne l’efficacia. Ecco i principali aspetti da considerare:
Il 41% delle aziende alimentari identifica l’aumento della liquidità come priorità strategica, soprattutto per far fronte a shock improvvisi come rincari energetici o interruzioni produttive. La fattibilità del piano deve includere *stress test* per verificare scenari pessimistici, come un calo del fatturato al 2% annuo o costi produttivi al 15%. Il 40% delle aziende segnala interruzioni della supply chain come rischio primario, specie in contesti di volatilità dei prezzi delle materie prime. Incrementi non controllati dei costi di lavorazione (dal 14% al 18% del fatturato nel caso studio richiedono interventi di razionalizzazione. Incidenti produttivi possono bloccare linee critiche, con impatti diretti sulla capacità di consegna.
Il 36% delle aziende teme di non allinearsi alle preferenze dei clienti, come la domanda di prodotti bio o formati monoporzione. Il mancato rispetto del Reg. CE 178/2002 su ritiri alimentari può innescare crisi reputazionali e sanzioni. Procedure non chiare durante le emergenze possono aggravare le conseguenze operative. Il successo del piano richiede un impegno dimostrabile della direzione nell’attuazione delle strategie. Introduzione di contratti quadro con fornitori di semola per stabilizzare i costi. Adozione di sistemi cloud per il backup dei dati produttivi e tracciabilità in tempo reale.
La gestione integrata di questi rischi richiede un approccio multidisciplinare, combinando rigore finanziario, innovazione di processo e adeguamento continuo alle dinamiche di settore.
Giuseppe Incarnato
Chairman & Ceo IGI INVESTIMENTI GROUP
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link