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Azione Lecco: «Per il 25 aprile diamo voce alla comunità ucraina chi resiste»


Azione Lecco celebra l’attualità della Festa della Liberazione dal Nazifascismo, dando voce alla comunità ucraina di Lecco, a cui ha chiesto di raccontarsi attraverso le voci di Olena e di Anya.

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«Sono Olena Martynova. Ho 49 anni, sono ucraina e vivo a Lecco da 24 anni. Vengo da Sumy, una città nel nord-est dell’Ucraina, diventata tristemente “famosa” negli ultimi tempi. In questi tre anni e due mesi di guerra ho vissuto sulla mia pelle un dolore e una paura mai provati prima e che accomuna tutti gli ucraini: chi sotto le bombe, chi al fronte a combattere, chi aiutando da lontano. Sono stata a Sumy per due mesi l’anno scorso, in uno dei dieci centri di volontarie anziane che creano reti di camuffamento per il fronte e cuciono vestiti militari per i ragazzi. Che persone! È stato un onore per me. Lì ho visto i soldati, tanti soldati, impegnati nei preparativi e a ordinare e trasportare materiali. Sono sempre indaffarati, seri, concentrati e veloci. Mai vista una tale determinazione verso un solo obiettivo: la Libertà. Mi commuovo per tutti loro, che combattono contro l’occupante. Combatto anch’io, aiuto come posso: dono soldi per i droni, per le auto, importantissime per i nostri soldati. Aiuto anche i miei parenti, la vita è diventata più cara durante la guerra. Mi sento in colpa per essere qui, per non aver deciso di andare a combattere direttamente. Forse… non ho il coraggio».

«L’Italia è diventata la mia seconda patria, che ho imparato ad amare – prosegue -. Mi ha dato tanto. Sono divisa a metà tra due Paesi. Come tanti di noi, immigrati. In questi anni di guerra ho studiato di nuovo la nostra storia ucraina e ho seguito attentamente la politica, che prima odiavo. L’Ucraina vuole restare un Paese libero e democratico e costruire un futuro migliore. Ucraina libera ed europea! Pace all’Ucraina».

Ecco ancora le parole di Anya, altra donna ucraina residente nel Meratese, a Imbersago: «Viviamo in un’epoca in cui le minacce sono sottili, ma reali. C’è chi dice che “dappertutto è brutto”, che “tutti gli stati sono ugualmente colpevoli”, e che quindi tanto vale lasciare le cose come stanno. È una trappola pericolosa, perché porta all’indifferenza, all’accettazione passiva dell’ingiustizia. Ma la realtà dimostra che non tutto è uguale. La Russia ha sovvertito l’ordine mondiale, mostrando che è possibile invadere, distruggere, annientare il vicino senza venire fermati. Ha trasformato i confini in trincee, i civili in bersagli, le città in fosse comuni. Un’altra tentazione diffusa è il pensiero che “è così dappertutto”. Non è vero. Ogni essere umano ha difetti e debolezze, sì. Ognuno di noi ha bisogno di aiuto. Non esiste una persona al mondo che possa farcela da sola. È proprio questo che ci rende umani: siamo, grazie al cielo, imperfetti. Ma non siamo tutti uguali. Sì, abbiamo le nostre fragilità, ma cerchiamo ogni giorno di fare il nostro meglio – e spesso, ci riusciamo. Non tutti torturiamo, non tutti uccidiamo, non tutti gettiamo altri esseri umani nelle fosse comuni».

«La differenza esiste. È concreta. È tra chi sceglie le risposte facili e chi sceglie la compassione e pazienza. Tra chi cerca colpevoli e chi cerca la soluzione – conclude -. La democrazia non è perfetta, ma è il meglio che abbiamo costruito. E per difenderla serve l’esperienza del passato ma specialmente l’intelligenza del cuore».

«Insomma, fare memoria del passato, non rimanere indifferenti a ciò che avviene nel mondo e impegnarci per preservare i valori democratici faticosamente conquistati è un nostro dovere e una ragione in più per fare politica ed entrare in Azione» conclude Eleonora Lavelli, segretaria provinciale di Azione Lecco.

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