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Digitalizzazione, ecco a che punto è il percorso di innovazione delle imprese italiane


La digitalizzazione delle imprese è un processo che rappresenta non solo un importante passo avanti nella competitività del tessuto imprenditoriale italiano, ma anche una sfida significativa che vede le aziende impegnate a livelli differenti, influenzate dalla dimensione aziendale e dalla collocazione geografica. Il continuo avanzamento tecnologico sta infatti mostrando chiaramente quanto le nuove soluzioni, su tutte l’intelligenza artificiale, possano risultare fattori importantissimi nel miglioramento delle performance aziendali sia sul versante dell’aumento della produttività che nell’offerta di beni e servizi altamente innovativi. La pubblicazione dei risultati dell’ultima rilevazione dell’ISTAT sull’ICT nelle imprese è quindi un’eccezionale occasione per riflettere su come sta procedendo il percorso di digitalizzazione delle nostre imprese e su quali aspetti sarebbe necessario lavorare per facilitare l’adozione da parte del sistema produttivo nazionale delle nuove tecnologie.

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Vista l’importanza che questa tecnologia ha ormai assunto nelle nostre vite, vale certamente la pena di iniziare dalla situazione relativa ai tassi di adizione dell’intelligenza artificiale. In questo senso, dall’analisi dei dati ISTAT emerge un’adozione crescente, soprattutto tra le imprese manifatturiere e dei servizi avanzati. In generale, nel 2023 il tasso di adozione dell’IA nelle imprese si è attestato sull’8,2%, in crescita del 3,2% rispetto alla rilevazione precedente.

Tra le aree di utilizzo maggiormente permeate dall’intelligenza artificiale spicca il marketing e le vendite (35,7%). Percentuali elevate si riscontrano anche nell’organizzazione dei processi e amministrazione (28,3%) e nelle attività di ricerca e sviluppo (24,6%). Appare anche interessante notare come le attività manifatturiere, ovvero il pilastro del nostro tessuto industriale, sono in prima linea nell’uso di tecnologie IA, soprattutto per migliorare i processi produttivi (28%) e per scopi legati a marketing e vendite (32,1%).

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Relativamente alle finalità specifiche a cui e dedicata l’intelligenza artificiale a spiccare sono senza dubbio l’estrazione di conoscenza e informazioni da un documento di testo (54,5%) e la generazione di linguaggio scritto o parlato (45,3%). Meno rilevanti ma molto interessanti in ottica futura sono l’analisi di dati attraverso l’apprendimento automatico (31,3%) e l’automatizzazione dei flussi di lavoro (28,1%).

Appare infine interessante inoltre che circa il 30,7% delle aziende utilizza tecnologie di IA in almeno due aree aziendali, riflettendo una crescente integrazione delle soluzioni digitali nei diversi ambiti operativi.

LE DIFFERENZE GEOGRAFICHE

Dal punto di vista geografico, le aziende situate nel Nord Italia mostrano tassi di digitalizzazione e di investimento in nuove tecnologie superiori rispetto a quelle del Centro-Sud, riflettendo un gap tecnologico che persiste nonostante i vari programmi di incentivo e supporto regionale e nazionale. Ad esempio, l’adozione dell’IA e del cloud computing nelle regioni settentrionali supera mediamente del 10-15% quella riscontrata nelle aree meridionali e insulari.
In generale, osservando i dati sul livello di digitalizzazione delle imprese per area geografica vediamo come la percentuale di aziende con un livello molto alto del nord ovest (5,4%) è più del doppio di quella del meridione (2,3%). Discorso simile per quanto riguarda le aziende con un livello di digitalizzazione alto, per cui il nord del Paese si posiziona oltre il 26%, contro il 22,9% del centro e il 15,8% del sud.

Appare quindi evidente che spostandosi da nord a sud del nostro Paese si assiste ad un netto calo del livello di digitalizzazione delle imprese, fattore che potrebbe allargare ulteriormente il già ampio divario economico che esiste tra nord e sud Italia.

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CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE

La rilevazioni Istat di quest’anno forniscono anche un interessantissimo spaccato sulle volontà di investimento future delle imprese. Le previsioni per il biennio 2025-2026 confermano la centralità delle tecnologie digitali: il 20,4% delle aziende manifatturiere prevede di investire significativamente nell’intelligenza artificiale, mentre circa il 28% punta sul cloud computing. La sicurezza informatica rimane una priorità assoluta, con quasi il 60% delle aziende che pianifica di rafforzare ulteriormente le proprie infrastrutture digitali per proteggersi da minacce esterne.

Tra i fattori critici per il successo della digitalizzazione nei prossimi anni, le imprese italiane sottolineano invece l’importanza delle infrastrutture a banda ultralarga, dei finanziamenti pubblici e dell’inserimento di nuove competenze tecnologiche nel personale. Questi elementi sono considerati fondamentali rispettivamente dal 34%, dal 62,3% e dal 23,2% delle imprese manifatturiere.

In conclusione, la digitalizzazione delle aziende italiane procede a velocità variabili, influenzata fortemente dalle dimensioni aziendali e dalle differenze territoriali. Tuttavia, il crescente investimento in tecnologie emergenti come l’IA e il cloud computing evidenzia una chiara consapevolezza dell’importanza strategica che la trasformazione digitale riveste per lo sviluppo futuro del sistema produttivo italiano.



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