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Scadenze fiscali a maggio, taglio tasse al 50% non confermato per artigiani e commercianti


In vista della scadenza del primo versamento dei contributi previdenziali per artigiani e commercianti, fissata per il 16 maggio, l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili denuncia la mancanza di istruzioni operative sulla riduzione del 50% dei contributi, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, destinata ai nuovi iscritti alla gestione speciale Inps. “La normativa è in vigore da mesi, ma l’Inps non ha ancora fornito le indicazioni necessarie affinché i beneficiari possano usufruire concretamente della misura”, afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione.

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Le critiche dell’Unione

Massimiliano Dell’Unto, Consigliere di giunta dell’Unione, ha spiegato che “i commercialisti si trovano nell’impossibilità di fornire risposte chiare ai propri clienti”, situazione che costringe le aziende a “rinunciare a programmare le loro dinamiche finanziarie”. Ha poi aggiunto che, nonostante la recente comunicazione sull’Inps relativa alla disponibilità di codici e importi per le rate trimestrali, “gli importi risultano ancora calcolati sull’aliquota piena, anche per coloro che, secondo legge, avrebbero diritto alla riduzione del 50%“. Tutto ciò avviene “in assenza di qualunque chiarimento da parte dell’Istituto, a quasi quattro mesi dall’entrata in vigore della norma”.

Da qui deriva la richiesta di un intervento “urgente”, accompagnata dalla proposta, avanzata dal Presidente Francesco Cataldi, di istituire un tavolo tecnico permanente che servirebbe ad “analizzare preventivamente e monitorare l’attuazione delle norme con impatti contributivi rilevanti per imprese e professionisti”.

Cosa prevede la Legge di Bilancio

La norma prevede che i nuovi iscritti alla gestione previdenziale Inps degli artigiani e commercianti possano, su richiesta, usufruire di una riduzione del 50% dei contributi previdenziali per un periodo massimo di 36 mesi.

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L’agevolazione si applica sia sui versamenti calcolati sul reddito minimo imponibile, sia su quelli dovuti sulla parte di reddito che supera tale soglia. Questa misura è facoltativa: per accedere al beneficio, è necessario presentare una domanda specifica, che dovrà essere inviata esclusivamente tramite i canali telematici ufficiali dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

L’adesione al regime agevolato comporta conseguenze sul piano previdenziale, poiché i periodi di contribuzione ridotta non verranno interamente considerati ai fini pensionistici. Il numero di mesi utili sarà proporzionale all’importo effettivamente versato, un aspetto rilevante che richiede una valutazione attenta, soprattutto per chi considera questa opzione in ottica di lungo periodo e in relazione al futuro assegno pensionistico.

Il nodo con la riduzione contributi dei forfettari

La norma peraltro si sovrappone con un’altra agevolazione già in vigore: la riduzione del 35% dei contributi per i titolari di partita Iva in regime forfettario. Questa misura è attiva da anni e riguarda una vasta platea di contribuenti. L’introduzione della nuova agevolazione prevista dalla manovra 2025 potrebbe generare incertezze pratiche per coloro che rientrano in entrambe le categorie, sollevando dubbi sulla possibilità di cumulo delle due misure o sulla necessità di scegliere tra i due regimi.

Quanto può aiutare la nuova norma

L’agevolazione, se implementata correttamente, potrebbe costituire un valido strumento di supporto all’autoimprenditorialità, in particolare per i giovani e nelle aree svantaggiate. La riduzione dell’onere contributivo nei primi anni di attività contribuirebbe infatti a migliorare la sostenibilità economica delle nuove iniziative imprenditoriali.

L’Inps aveva annunciato che avrebbe reso disponibile una piattaforma telematica dedicata per l’invio delle domande, tramite una circolare specifica. Tuttavia, tale sistema non è ancora stato attivato, e i termini per la presentazione delle istanze non sono stati ancora ufficializzati.





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