Il Comune di Firenze ha riaperto i termini per la richiesta dei contributi destinati alla sostituzione dei veicoli più inquinanti. La misura, che mette a disposizione oltre 1,2 milioni di euro, è stata confermata dagli uffici della Mobilità e prevede la possibilità per cittadini, imprese, lavoratori autonomi ed enti del terzo settore di accedere agli incentivi in base all’Isee e alla tipologia di veicolo acquistato. Il contributo copre l’acquisto di mezzi nuovi o usati, inclusi quelli a benzina, gpl, metano e – per i soggetti giuridici – anche diesel Euro6.
L’iniziativa ha però sollevato un’immediata reazione da parte dell’Alleanza fiorentina per la giustizia climatica, ecologica e sociale, che con un appello si rivolge alla sindaca Sara Funaro richiamandola al rispetto degli impegni presi pubblicamente durante la campagna elettorale. L’associazione ricorda infatti come la candidata sindaca avesse sottoscritto l’impegno a non sostenere più, in alcuna forma, l’acquisto di veicoli alimentati a combustibili fossili: «Con profonda preoccupazione prendiamo atto della recente delibera adottata dalla sua Giunta – commenta l’Alleanza – che prevede il mantenimento degli incentivi all’acquisto di autoveicoli a combustibili fossili, in evidente contrasto con l’impegno formale da Lei assunto con la nostra rete in sede elettorale».
Secondo l’Alleanza, il mantenimento degli incentivi anche per veicoli non elettrici rappresenta una violazione degli impegni climatici internazionali ed europei: «il 100% degli Stati membri dell’Ue ha eliminato, dal 2022, gli incentivi diretti ai veicoli a combustione interna (Fonte: Rapporto Transport & Environment, 2023), ad eccezione dell’Italia».
Il Comune di Firenze, con questa misura, si collocherebbe dunque in controtendenza, alimentando i 36,8 miliardi di euro annui di Sussidi ambientalmente dannosi (Sad) censiti a livello nazionale dal Ministero della transizione ecologica, il 19% dei quali legati proprio al trasporto privato.
A preoccupare l’associazione sono anche gli impatti ambientali diretti di tali scelte. Ogni euro destinato a veicoli fossili – si legge nel comunicato – contribuisce ad aggravare il debito climatico della città. Secondo i dati Ispra, un’auto a benzina emette mediamente +2,4 tonnellate di CO₂ all’anno, mentre il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc) del Comune prevede una riduzione del 12% delle emissioni nel settore trasporti entro la fine del 2025. Un obiettivo che diventa difficilmente raggiungibile continuando a sostenere, anche solo parzialmente, l’acquisto di veicoli fossili.
L’associazione ambientalista sottolinea anche l’esistenza di alternative già sperimentate, sia in ambito locale che internazionale; ricorda ad esempio che a Firenze, gli incentivi al bike sharing e al trasporto pubblico, attivati nel 2021, hanno portato a una riduzione del 15% del parco auto privato in appena 18 mesi. E cita il caso emblematico di Oslo, dove la soppressione dei sussidi ai carburanti fossili, accompagnata da investimenti nella ciclabilità, ha permesso di raggiungere il 64% di spostamenti a zero emissioni nel 2023. L’impatto economico di queste scelte, inoltre, sarebbe decisamente più vantaggioso: secondo uno studio della rete C40 Cities, ogni euro investito in pedonalizzazioni genera 3,2 euro di benefici per la collettività.
Per queste ragioni, l’Alleanza si appella alla sindaca Funaro affinché il 100% delle risorse disponibili venga destinato esclusivamente a veicoli elettrici, al trasporto pubblico e alla mobilità attiva, premiando con maggiore forza chi rottama il proprio veicolo senza procedere a una nuova immatricolazione, piuttosto che chi si limita ad acquistare un’auto solo parzialmente meno inquinante.
«L’Alleanza fiorentina per la giustizia climatica rimane disponibile a collaborare nella definizione di politiche più rispondenti all’emergenza climatica, anche avvalendosi del contributo qualificato del proprio Comitato Scientifico», si legge in conclusione della nota.
Si attende adesso una risposta ufficiale da parte dell’amministrazione comunale, affinché gli impegni climatici sottoscritti non restino solo dichiarazioni d’intenti. La decisione finale non riguarda solo un bando, ma la direzione che la città intende prendere di fronte all’emergenza ambientale.
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