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“Generazione perduta”: dubbi e critiche sull’efficacia dei fondi NextGenerationEU.


A quattro anni dal lancio del piano NextGenerationEU, che avrebbe dovuto rilanciare l’economia europea dopo la pandemia con investimenti storici, il bilancio appare deludente. È quanto denunciano diversi eurodeputati del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e Patrioti per l’Europa (PfE), che hanno sollecitato un ripensamento radicale delle politiche messe in campo.

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Secondo l’interrogazione scritta presentata alla Commissione, i fondi promessi come motore di trasformazione non hanno prodotto l’impatto sperato sul Prodotto Interno Lordo. A sostegno di questa tesi, i deputati citano i dati della Banca Centrale Europea, secondo cui l’effetto dei fondi sul PIL europeo nella prima fase del programma è stato appena dello 0,15%, ben lontano dallo 0,5% atteso.

Tra le cause del fallimento parziale vengono evidenziati burocrazia e corruzione, una gestione inefficiente delle risorse e una frammentazione dell’attuazione tra gli Stati membri. Ma non solo: l’assenza di un vero mercato dei capitali e una politica fiscale poco favorevole alle imprese starebbero impedendo all’Europa di competere con le altre economie avanzate, come Stati Uniti e Cina.

In risposta, il vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis ha riconosciuto le stime della BCE, ma ha sottolineato che l’impatto complessivo dei fondi potrebbe arrivare fino all’1,2% del PIL entro il 2031. La Commissione, ha spiegato, ha aggiornato le linee guida per i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel luglio 2024, semplificando le procedure e cercando di rafforzare la capacità amministrativa dei Paesi beneficiari.

Per quanto riguarda la trasparenza e la legalità, Bruxelles ha ricordato che il regolamento del Recovery and Resilience Facility (RRF) prevede sistemi di controllo rigorosi contro frodi, corruzione e conflitti di interesse. “La responsabilità principale resta agli Stati membri, ma la Commissione svolge regolari audit, valutando tutti i meccanismi di controllo nazionali. Secondo quanto riferito anche dalla Corte dei conti europea – proseguono dalla Commissione europea – il tasso di errore nei fondi RRF risulta più basso rispetto ad altri strumenti finanziari dell’UE”.

Sul fronte della competitività globale, Dombrovskis ha ribadito l’urgenza di una maggiore integrazione dei mercati dei capitali europei, per permettere alle imprese di crescere e attrarre investimenti. In questo contesto, la Commissione ha lanciato il progetto della Savings and Investment Union (SIU), che unisce la Capital Markets Union e la Banking Union in un’ottica coordinata. Il 19 marzo 2025 è stata presentata una nuova strategia per incentivare la partecipazione degli investitori al mercato europeo, con l’obiettivo di canalizzare risparmi privati verso investimenti produttivi.

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Nonostante le rassicurazioni della Commissione, cresce in Parlamento europeo la pressione per una revisione sostanziale del NextGenerationEU. La sensazione condivisa da molti è che, se non verranno corretti rapidamente i difetti strutturali, l’Europa rischia di trasformare l’occasione storica del piano post-pandemico in un’altra occasione mancata.

foto Mediamodifier da Pixabay.com



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