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ProtectEu: strategia europea per la sicurezza interna


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Riproponiamo il testo di Luigi de Marco della Redazione ASviS, il cui Comitato scientifico è presieduto dal professore Enrico Giovannini, pubblicato sul sito dell’ASviS dell’ 8 aprile 2025



La Commissione europea ha presentato il 1 aprile la nuova iniziativa “ProtectEU: strategia europea di sicurezza interna”. La strategia s’inquadra negli orientamenti politici della Commissione europea, integrando la strategia per l’Unione della preparazione e il Libro bianco sulla difesa europea (vedi terzo paragrafo della rubrica Europa del 25 marzo) di recentissima adozione. Come precisa la Commissione, queste strategie, assieme alla prossima iniziativa annunciata “scudo europeo per la democrazia”, definiscono il quadro globale di un’Unione sicura in tutti gli aspetti e resiliente.

Nelle premesse la Commissione così definisce il contesto dell’iniziativa: la sicurezza è il fondamento su cui sono costruite tutte le nostre libertà, democrazia, stato di diritto, diritti fondamentali, benessere degli europei, competitività e prosperità: tutto dipende dalla nostra capacità di fornire una garanzia di sicurezza di base. Nella nuova era di minacce alla sicurezza in cui viviamo, la capacità degli Stati membri dell’Ue di garantire la sicurezza dei propri cittadini è più che mai subordinata a un approccio europeo unificato per proteggere la nostra sicurezza interna. In un panorama geopolitico in evoluzione, l’Europa deve continuare a mantenere la sua promessa duratura di pace.

La Commissione ha lavorato con Europol affinché le azioni della strategia di sicurezza interna fossero sostenute da evidenze tratte dalla valutazione, da parte dell’Ue, della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità (Ee-Socta). Questa valutazione, presentata lo scorso 18 marzo, mette in luce le sfere criminali prioritarie e le minacce fondamentali cui l’Ue dovrà far fronte nei prossimi quattro anni.

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La strategia enuncia i tre principi su cui è basata:

  • un approccio alla sicurezza di tutta la società, implicando con ciò un cambio culturale per un impegno comune dell’Europa;
  • integrazione e trasversalità di valutazioni sulla sicurezza in tutti i programmi e le politiche;
  • investimenti nella sicurezza da parte dell’Ue, degli Stati membri e del settore privato.

L’iniziativa indica dunque una serie di misure a partire dalla definizione di una nuova governance europea sulla sicurezza interna che dovrà integrare la capacità di anticipare le minacce alla sicurezza con nuove modalità di condivisione delle informazioni d’intelligence. La nuova governance punta a costruire strumenti di contrasto più efficaci e organismi più forti nel campo della giustizia e affari interni, ampliando le competenze e le capacità di Europol per un maggior sostegno ai servizi degli Stati membri, e un più forte coordinamento assieme ad altri organismi e agenzie europee, con particolare riferimento ad Eurojust per la cooperazione giudiziaria, Frontex per la protezione delle frontiere ed Enisa per la cibersecurity.

Le misure settoriali si estendono ad ampio raggio su tutti i rischi per la sicurezza interna, riguardando lo sviluppo della resilienza alle minacce ibride, la lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità, la lotta al terrorismo e all’estremismo violento.

Tra le misure si evidenzia una particolare attenzione alla protezione dei minori contro la criminalità organizzata, il potenziamento del metodo “segui il denaro” nel contrasto preventivo alla criminalità organizzata, incluso misure per il tracciamento dei finanziamenti destinati al terrorismo, sulla prevenzione del traffico di armi da fuoco e nuove strategie dell’Ue sulla tratta degli esseri umani e sui diritti delle vittime.

Queste misure implicheranno l’adozione di misure legislative e non legislative, nonché la valorizzazione e l’integrazione di quadri legislativi già adottati nei diversi piani attuativi delle misure settoriali. Attività di ricerca e innovazione saranno sviluppate con l’istituzione di un hub dell’innovazione per la sicurezza interna, che unirà un network di laboratori di ricerca e uno specifico Campus presso il Centro di ricerca comune (Jrc) della Commissione europea.

La strategia include una visione internazionale della sicurezza indicando nuove iniziative per contrastare l’impatto dell’instabilità mondiale, rafforzando la cooperazione internazionale in materia di sicurezza attraverso il potenziamento dei partenariati, intensificando lo scambio di informazioni con Paesi terzi fidati, completando la revisione del meccanismo di sospensione del visto e affrontando i temi della sicurezza nella prossima strategia in materia di visti.

Revisione delle politiche di coesione

Il 1 aprile la Commissione ha adottato anche la revisione di medio termine delle politiche di coesione.

Come messo in evidenza dalla Commissione, l’attuale quadro normativo che disciplina i fondi della politica di coesione 2021-2027 è stato redatto, negoziato e adottato nel 2019-2021 e i programmi sono stati adottati prima della serie di importanti eventi geopolitici ed economici che hanno rimodellato alcune delle priorità politiche strategiche dell’Ue. L’atto presentato propone dunque delle modifiche per rispondere alle nuove emergenze, estendendo il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) alle grandi imprese in settori critici, quali la difesa, le tecnologie strategiche e la decarbonizzazione. La Commissione incoraggia inoltre gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nelle tecnologie strategiche nell’ambito della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa, al fine di promuovere la competitività e l’innovazione dell’Europa.

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L’atto richiama le relazioni di Letta sul mercato unico e di Draghi sulla competitività europea, nel quadro dei nuovi orientamenti politici della Commissione europea, e di quanto definito nella bussola per la competitività, il piano Rearm Europe/prontezza per il 2030 (vedi terzo paragrafo  della rubrica Europa del 25 marzo), il patto per l’industria pulita e il relativo piano per l’energia accessibile, l’Unione delle competenze.

Gli atti sopra richiamati rappresentano i nuovi quadri di riferimento per le nuove priorità strategiche per le politiche di coesione, rispetto alle quali la Commissione seleziona il seguente elenco di ambiti d’azione:

  • chiudere il divario nell’innovazione, rafforzare competitività e decarbonizzazione;
  • sicurezza e difesa;
  • alloggi accessibili;
  • resilienza idrica;
  • transizione energetica;
  • rafforzare le regioni al confine est dell’Unione.

La Commissione propone un incremento della disponibilità di fondi per queste priorità e un trattamento finanziario incentivato con un più alto pre-finanziamento e una copertura fino al 100% dei costi in tutte le regioni, modificando la disciplina di alcuni dei fondi di coesione, in particolare il Fondo per lo sviluppo reginale (Fesr) e il fondo per la transizione giusta (Jtf). Nel contesto la Commissione ha anche presentato le proposte di modifica del regolamento del fondo sociale europeo plus (Fse +) e del fondo d’integrazione alla globalizzazione.

Gli Stati membri hanno facoltà di ripresentare i loro piani aggiornati sulla base dei nuovi indirizzi e delle nuove priorità. L’obiettivo della Commissione è di concludere l’esercizio di riprogrammazione della revisione intermedia delle politiche di coesione nel 2025, in modo che i nuovi programmi possano essere attuati dall’inizio del 2026.

Dichiarazione congiunta dal vertice Ue-Asia centrale

Il 4 aprile si è tenuto a Samarcanda il vertice Ue-Asia Centrale che include i Paesi Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan and of Uzbekistan.

Per l’Unione hanno partecipato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Nella dichiarazione congiunta assunta dai leader sono stati assunti impegni per rafforzare la collaborazione (con riferimento alla tabella di marcia già concordata tra le parti nel 2019), condividendo gli stessi valori della pace, sicurezza, democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, del pieno rispetto della legge internazionale inclusa la Carta delle Nazioni Unite.

I leader hanno condiviso gli impegni relativi al perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’accordo di Parigi sul clima. Tra gli argomenti specifici trattati la dichiarazione indica l’impegno a cooperare per rispondere ai bisogni di materie prime critiche (su cui hanno adottato uno specifico accordo), collaborazione su scienza ed educazione, sicurezza comune, turismo sostenibile,  impegno al contrasto della disinformazione e alla manipolazione delle informazioni, promozione del dialogo della società civile attraverso uno specifico forum Ue-Asia centrale, quale misura chiave per portare avanti la strategia dell’Ue per l’Asia centrale.

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Altre novità

Dal 31 marzo al 3 aprile si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento europeo. Si segnalano in particolare l’adozione delle risoluzioni sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione europea in materia – relazione annuale 2024 e sull’attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2024. Il Parlamento ha, a più riprese, richiamato in questi atti gli impegni dell’Unione per l’Agenda 2030, dichiarando in particolare che la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) dovrebbe garantire l’attuazione dell’Agenda 2030 e degli SDGs.

Il Parlamento ha inoltre assunto la propria posizione sulle semplificazioni proposte dalla Commissione con la modifica delle direttive (Ue) 2022/2464 e (Ue) 2024/1760 per quanto riguarda le date a decorrere dalle quali gli Stati membri devono applicare taluni obblighi relativi alla rendicontazione societaria di sostenibilità (Csrd) e al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (Csddd), dando il suo assenso conformandosi all’indirizzo già espresso dal Consiglio (vedi ultima rubrica Europa).

 



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