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Meloni: «Papa protagonista della nostra epoca». Schlein: «Non merita l’ipocrisia di chi deporta i migranti»


Non sono mancate le polemiche a Montecitorio durante la commemorazione a Camere riunite di Papa Francesco.

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«Non merita l’ipocrisia di chi deporta i migranti», ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in un discorso che non è stato applaudito dai banchi del centrodestra.

«La scomparsa di papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti, merita il nostro cordoglio; quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli ed oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio, di chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere», ha detto Schlein.

La segretaria dem ha ricordato il Pontefice come uomo che «ha portato il respiro della periferia del mondo, lo sguardo attento verso gli ultimi, e una voce per la pace, per la giustizia sociale, per l’ambiente e per la dignità delle persone. Le sue parole hanno saputo attraversare le frontiere della fede raggiungendo credenti e non credenti, indicando un cammino di fratellanza, di solidarietà e di dialogo anche con altre religione».

Giuseppe Conte si è invece soffermato più sui suoi continui appelli per la pace: «Oggi Papa Francesco viene celebrato da tutti. Nello scomposto teatro dell’ipocrisia dei vaniloqui, le celebrazioni coinvolgono anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie nel mondo, i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra», ha detto il leader M5s, ricordando i suoi appelli contro il riarmo. 

«Nella sua ultima benedizione Urbi et Orbi di Pasqua – ha ricordato l’ex premier – ha usato parole chiare, che ancora una volta scuotono le nostre coscienze: ‘L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo’».

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Conte ha ricordato il Papa come «il più grande riferimento spirituale e morale dei nostri tempi» e aggiunto che «il miglior modo per ricordarlo è non lasciar cadere nel vuoto i suoi insegnamenti».

Queste invece le parole di Giorgia Meloni: «Il mondo ricorderà Papa Francesco come il pontefice degli ultimi, della gente, degli invisibili, dei poveri, delle periferie fisiche ed esistenziali. Un protagonista assoluto della nostra epoca, che ha rotto gli schemi ed è entrato nel cuore della gente. Sapeva essere determinato, ma quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava barriere. Con lui eri a tuo agio, potevi parlare di tutto, e raccontarti senza filtri e senza timore di essere giudicato. Poteva vedere la tua anima e guardarti a nudo. Come se per lui significasse dire ‘io ci sono per te’. Ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile».

«I suoi appelli alla pace – ha aggiunto – oggi sono un ulteriore monito alla responsabilità». La premier ha ringraziato il Pontefice per la sua presenza «storica» al G7 e ha ricordato l’ultimo consiglio che le ha dato. «L’ultima cosa che mi ha detto è di non perdere mai il senso dell’umorismo».

«Ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci. A Dio, Papa Francesco», così la premier, tra gli applausi bipartisan, ha chiuso il suo intervento.

(Unioneonline/L)

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