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Come è cambiato il rapporto degli italiani con il risparmio? Assinews.it


L’84,5% degli italiani ha risparmi accumulati in passato e/o capacità attuale di risparmiare. Tuttavia, gli ultimi due anni caratterizzati dalla crescita dell’inflazione ha abbattuto l’idea che il risparmio parcheggiato sia un pilastro di tutela, stimolando gli italiani a cercare soluzioni alternative al contante, in particolare investimenti in grado di tutelare e valorizzare il proprio risparmio.

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Il Rapporto “Pragmatismo e progresso, la buona esperienza italiana. Risparmio, mercati, tecnologie: 5 anni di cambiamenti”, realizzato dal Censis in collaborazione con Assogestioni, e presentato alla conclusione del Salone del Risparmio, si è interrogato su come sia cambiato il rapporto degli italiani con il risparmio negli ultimi cinque anni e quali siano i trend confermati e i nuovi trend emergenti. 

Gli italiani hanno 1,1 mila miliardi in contanti in portafoglio e il valore complessivo delle attività finanziarie è pari a oltre 5 mila miliardi, un patrimonio privato che costituisce una straordinaria risorsa a disposizione delle famiglie e dell’economia italiana.

Patrimonio minacciato anche da una proliferazione di tentativi di indurre gli italiani a effettuare investimenti ad altissimo rischio senza averne adeguata conoscenza, così come di diversi tentativi di truffa a danno delle famiglie.

Nel rapporto con il risparmio e gli investimenti, per gli italiani è sempre decisivo il supporto di consulenti finanziari competenti in cui avere fiducia e, non è un caso, che i risparmiatori tendono a creare con i propri consulenti finanziari legami fiduciari prolungati nel tempo.
Il supporto che desiderano va dalle informazioni puntuali su singoli strumenti ad un autentico accompagnamento nella comprensione dei macro-fenomeni rilevanti per la propria situazione economica e nelle modalità migliori di diversificare il proprio portafoglio.

Ed è proprio con il supporto del consulente finanziario che gli italiani sono pronti ad avvicinarsi, ed eventualmente a praticare, sia innovazioni derivate dalle nuove tecnologie digitali che strumenti finanziari innovativi.

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La tecnologia non spaventa gli italiani che, anzi, la utilizzano ormai massicciamente nella molteplicità delle attività economiche e finanziarie quotidiane.

In sintesi, gli italiani restano un popolo di risparmiatori che guardano ai loro soldi con pragmatismo, cautela, apertura alle opportunità purché messi nelle condizioni di valutare efficacemente gli eventuali rischi. In tale contesto sono sempre più disponibili a valutare l’utilizzo del proprio risparmio per investimenti di più lungo periodo.

I risultati principali dello studio

Il 74,4% degli italiani ritiene che non si debbano spendere tutti i propri soldi subito e che piuttosto sia importante metterli da parte e tenerli a lungo. Lo pensa il 71,7% dei giovani,
l’80,6% degli adulti e il 65,2% degli anziani.

Tuttavia questo avviene non solo per motivo precauzionale: per l’82,8% degli italiani
il risparmio è più che denaro, è quel che permette di realizzare i sogni, i progetti di vita propri e della propria famiglia. Opinione condivisa dal 79,5% dei giovani, dall’84,4% degli adulti e dall’82,2% degli anziani. Del resto, il 79,5% dei risparmiatori investe per un futuro più sereno, per la vecchiaia, la salute e/o il futuro dei propri figli o nipoti. E il 64,8% investe i suoi risparmi in vista di acquisti importanti come la casa di proprietà per sé o per i figli,
l’automobile, la ristrutturazione della casa, celebrazioni importanti come i matrimoni.

La liquidità non più fonte primaria di protezione

Il 70,2% dei risparmiatori ritiene che la liquidità non sia più garanzia di sicurezza come
nel passato. Ne sono convinti il 68,3% dei redditi bassi, il 70,7% dei medio bassi, il 73,3% dei medio-alti e il 65,2% dei redditi alti. L’inflazione ha abbattuto l’idea dei soldi fermi come pilastro di tutela. Infatti, il 54,7% dei risparmiatori sta cercando di tenere il minimo indispensabile di liquidità, per investire il resto. È un approccio condiviso dal 48,5% dei redditi bassi, dal 51,5% dei medio-bassi, dal 61,8% dei medio-alti e dal 60,3% dei redditi alti.

Il 68,5% degli italiani ha risparmi accumulati in passato e riesce a generare risparmio anche attualmente, l’8,7% ci riesce solo ora, non dispone di risparmi accumulati e il 7,3% ha solo risparmi accumulati in passato, oggi non riesce a risparmiare. Di fatto, l’84,5% degli italiani ha risparmi passati e/o riesce a risparmiare ora. Il 15,5% non ha patrimoni né
capacità di risparmio attuale.

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Il 46,9% dei risparmiatori già investe in strumenti finanziari, il 29,3% non lo fa ma vorrebbe farlo in futuro, il 23,8% preferisce tenere liquidità. Investono già in strumenti finanziari il 48,2% dei risparmiatori giovani, il 52% di quelli adulti e il 36,7% degli anziani.
Avrebbero voglia di acquistare strumenti finanziari in futuro il 36,4% dei giovani, il 34,6% degli adulti e il 14,1% degli anziani. Cresce anche la spinta verso investimenti di durata pari ad almeno cinque anni: era propenso il 47,9% nel 2022, è il 60% nel 2025.

Gli strumenti finanziari più apprezzati

Il 36,7% dei risparmiatori investirebbe in Titoli del debito pubblico (Bot, Btp), il 29% in Buoni postali di risparmio, il 28,7% in Fondi comuni di investimento, il 27,3% in azioni, il
26% in conti deposito, il 24,3% in polizze assicurative (esclusa RCA), il 19,2% in PAC (Piano di accumulo di capitale), il 15,9% in Obbligazioni corporate, il 10,5% in ETF (Exchange Traded Fund) e il 10,5% in PIR (Piani Individuali del Risparmio). Prevale un mix di propensioni con il 70,5% dei risparmiatori che investirebbe in almeno due strumenti finanziari.
Colpisce l’interesse più alto dei giovani in ETF (sono interessati il 15,7% dei giovani, il 9,8% degli adulti e il 5,9% degli anziani) e nei PIR (16,6% dei giovani, 9,4% degli adulti e 5,3% degli anziani).

Stimolerebbero a investire nel lungo periodo, per l’86% strumenti finanziari molto sicuri, per il 73% la possibilità di riavere i soldi prima della scadenza fissata, senza troppi vincoli
o penali, per il 77,8% la possibilità di accedere a vantaggi fiscali (ad esempio l’esclusione dal calcolo ISEE ecc.), per il 75,2% più bassi costi di gestione, anche se con rendimenti minori, per il 66,1% la possibilità di investire piccole somme periodicamente e per il 65,1% lo stacco di cedole e/o il pagamento periodico di dividendi.

Come investono

Il 29,2% dei risparmiatori investono in strumenti finanziari tramite un consulente, il 23,6% tramite banca, il 18% da solo, il 13% tramite banca e consulente, il 7% da solo e anche con consulente. In pratica, il 70,8% ricorre ad una sola modalità, il 28% a due modalità e l’1,2% a tutte e tre le modalità. Tra i risparmiatori che ricorrono a un consulente, il 18,6% ha un legame da meno di tre anni, il 34,4% dai 3 ai 5 anni, il 19,7% dai 6 ai 10 anni, il 27,3% da più di 10 anni.

Fonti informative su economia e finanza

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Il 90,5% degli italiani si informa su economia e finanza: il 39,6% tramite consulente finanziario, il 32,5% su internet, il 22,3% con televisione o radio, il 22,3% da amici, famigliari o colleghi, il 21,4% dai giornali cartacei o online, il 19,0% su siti web di fonti
istituzionali (ad es. della Banca Centrale Europea, del Mef ecc.), il 16,4% tramite siti web o app di intermediari finanziari (ad es. le banche), il 13,1% da commercialisti, agenti assicurativi o altri professionisti, il 6,8% su video/post sui social media. Il 40,1% ricorre a una sola fonte, il 29,9% a due, il 15,9% a tre, l’8% a quattro, il 6,1% a cinque o più. In sintesi, il 59,9% utilizza almeno due fonti.

Educazione finanziaria

Il 58,8% dei risparmiatori dedicherebbe un po’ di tempo per acquisire o potenziare le proprie conoscenze economiche e finanziarie. In particolare, lo farebbero il 62,5% dei giovani, il 63,7% degli adulti e il 47% degli anziani. Tra coloro che non sono interessati
all’educazione finanziaria ben il 68,6% comunque si affiderebbe a un consulente per investire i propri soldi.

In crescita le tentate truffe ai soldi degli italiani

Al 47,8% degli italiani è capitato sui social e/o con chiamate telefoniche di ricevere proposte di investimento nel trading online a cui non hanno aderito e che poi hanno scoperto essere truffe. È accaduto al 48,7% dei giovani, al 54,3% degli adulti e al 35,6% degli anziani. Il 51,9% degli italiani ha ricevuto e-mail, chiamate, SMS, messaggi sui social provenienti da fonti sospette per fargli condividere le credenziali finanziarie (numero della carta di credito, del conto corrente ecc. Esperienze vissute dal 61% dei giovani, dal 57,4% degli adulti e dal 35,6% degli anziani.

Al 59,5% degli italiani è capitato di visionare pubblicità accattivanti di piattaforme di trading online. È capitato al 62,1% dei giovani, al 63,5% degli adulti e al 50,6% degli anziani.

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Il pragmatismo e la cautela

Quando si tratta del proprio risparmio gli italiani diventano cauti. Infatti l’81,9% lo diventa di fronte a proposte di conti depositi che offrono tassi molto alti (ad es. del 10% e oltre), il 79% per quelle di investimento tramite app di trading che promettono grandi guadagni con
piccole cifre. L’81,4% nell’investire in aziende dai grandi risultati, ma dai bilanci oscuri, l’81,4% di fronte alla richiesta di investire tutto o quasi il suo risparmio su un solo strumento finanziario, il 77,1% di fronte alla richiesta di investire in autonomia in criptovalute. Il 79,9% di fronte alla richiesta di propri dati anagrafici e finanziari sensibili.

L’88,1% degli italiani data la grande incertezza è diventato ancor più cauto nella gestione del risparmio. Atteggiamento condiviso dall’83,3% dei giovani, dall’89,2% degli adulti e dall’89,7% degli anziani. Nel caso del trading online il 31,9% investirebbe ma solo affiancato da consulenti esperti e di fiducia. In questo caso, comunque per il 48,4% il trading online sarebbe utile per semplificare la gestione degli investimenti.

Innovazione tecnologica sì, ma con regole precise

L’89,2% degli italiani valuta positivamente le tecnologie se migliorano la qualità della vita della maggior parte dei cittadini. Il 91,2% di fronte alle nuove tecnologie vuole regole a tutela della privacy, contro le fake news ecc. Il 71,6% degli italiani non pensa che la tecnologia possa da sé risolvere tutti i problemi. E, l’84,1% ritiene prioritario evitare che i settori economici high tech generino disuguaglianze sociali ancora maggiori e verticalità del potere politico. Del resto, l’82,5% teme che le nuove tecnologie possano diventare strumento di controllo delle persone.

Il 67% degli italiani svolge la maggior parte delle operazioni bancarie online, il 51,8%
utilizza app per inviare denaro in tempo reale a familiari e amici. Il 51,2% apprezza o apprezzerebbe un conto corrente solo online, il 38,4% ha tutte o parte delle proprie carte di debito e/o credito sullo smartphone. Il 26,7% utilizza app per la gestione delle spese condivise e si tratta di un’abitudine maggiormente diffusa tra i giovani (54,2%) rispetto ad adulti (25,1%) e anziani (9,7%). Il 70,5% degli italiani (era il 68,2% nel 2023) apprezza i
servizi finanziari digitali (ad esempio, le app di gestione del conto bancario) perché semplificano la gestione della finanza personale.



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