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Under 35, i nuovi sgravi per le assunzioni spingono il Mezzogiorno


Dal Covid a oggi la crescita maggiore dell’occupazione in Italia è avvenuta al Sud. Nel solo 2024 sono stati registrati dall’Istat 142mila nuovi ingressi nel mondo del lavoro, per lo più con contratti a tempo indeterminato, 50mila più delle regioni del Centro e 25mila più del Settentrione. Negli ultimi 5 anni la spinta del Mezzogiorno è stata del +4,2% (relazione annuale Inapp 2024), il doppio delle altre macroaree nello stesso periodo, con la Sicilia sul gradino più alto tra le regioni, davanti alla Lombardia.

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Un trend importante, insomma, che conferma il rinnovato e costante dinamismo economico del Sud, ormai ex Cenerentola del Paese nonostante sia riuscito solo a scalfire il distacco dalla media nazionale degli occupati (48% contro 64%, quest’ultima peraltro ancora lontana dal 71% della media Ue). Di sicuro, oggi investire al Sud è sempre più un’opportunità, come dimostrano il boom della Zes unica, e le previsioni di nuove assunzioni formulate dal sistema delle imprese e aggiornate mensilmente dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea. Per fare un esempio, nel solo settore turistico, dove la stagionalità gioca indubbiamente un ruolo decisivo, è al Sud che si concentra la maggiore quota di probabili assunzioni nel trimestre aprile-maggio-giugno (+14mila ad aprile e +38mila nel trimestre, con il Centro che ne calcola 4mila nel mese e 13mila nel trimestre).

INCENTIVI

Si spiega così la forte attesa che ha accompagnato il via libera all’incentivo per le assunzioni agevolate di giovani senza lavoro nel Paese che prevede una corsia preferenziale per gli under 35 e le donne disoccupate del Sud. La misura, prevista dalla riforma della Coesione varata dal Governo lo scorso anno, è stata finanziata dalla Commissione europea con 1,1 miliardi di euro (l’ok è arrivato a fine gennaio) che ha condiviso l’obiettivo strategico del Governo italiano sull’esigenza di alleggerire la pressione della disoccupazione giovanile soprattutto nel Mezzogiorno, facendo proprio il problema ed allargandone la centralità all’intera Unione. Una decisione significativa perché secondo le valutazioni del ministero del Lavoro sarà possibile creare 180mila nuovi occupati a tempo indeterminato entro i prossimi due anni, molti dei quali si presume al Sud considerate le condizioni più vantaggiose offerte alle aziende dal provvedimento. La scorsa settimana i ministri Calderone e Giorgetti hanno firmato i relativi e necessari decreti attuativi con i quali, di fatto, diventano operativi (previa imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) i bonus previsti.

GLI OBIETTIVI

Nel dettaglio. Sono due le tipologie indicate dal decreto Coesione che permetteranno l’applicazione degli esoneri per le assunzioni: la prima riguarda donne disoccupate e giovani under 35 mai occupati a tempo indeterminato residenti al Sud, che siano assunti tra il 31 gennaio e il 31 dicembre 2025; la seconda giovani under 35 delle altre aree del Paese mai assunti a tempo indeterminato, chiamati al lavoro tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. I datori di lavoro che assumono giovani o donne con un contratto a tempo indeterminato saranno esentati dal pagamento dei contributi previdenziali obbligatori. In particolare, l’importo massimo dell’aiuto è di 650 euro al mese per i giovani e le donne del Sud e di 500 euro per i giovani che risiedono in zone diverse. Come detto, per poter beneficiare del regime fiscale, il contratto di lavoro deve essere stipulato entro il 31 dicembre 2025. I datori di lavoro ammissibili riceveranno l’aiuto per un periodo di 24 mesi dopo l’assunzione. I bonus si rivolgono a tutte le imprese private, a patto che non abbiano licenziato nei sei mesi precedenti e che l’assunzione comporti un aumento reale dei posti di lavoro. Il calcolo tiene conto anche dei contratti part-time, pesandoli in base alle ore lavorate. La misura sembra pensata soprattutto per i neet, i giovani che non studiano e non cercano un lavoro ma più in generale, come spiega l’UE, punta a “promuovere un’occupazione stabile per quei lavoratori che incontrano notevoli difficoltà nell’entrare nel mercato del lavoro o nel rimanervi attivi a lungo termine”. Da notare inoltre che sono state previste garanzie per evitare abusi: è il caso, ad esempio, del licenziamento di dipendenti esistenti per sostituirli con nuovi che beneficiano del sostegno previsto, al solo scopo di ridurre i costi del lavoro.
 





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