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Ultim’ora, “Solo donne e ragazzi possono lavorare in Italia”: confermato il decreto assurdo | Uomini iniziate a scappare all’estero |


Il mercato del lavoro italiano è al centro di nuove misure che puntano a rilanciare l’occupazione stabile.

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In particolare tra le fasce più fragili della popolazione, hanno bisogno di interventi veloci e urgenti, attivamente funzionali e utili a risanare la situazione lavorativa italiana.

Dopo anni di precarietà diffusa e difficoltà strutturali, il Governo torna a intervenire con strumenti concreti per agevolare le assunzioni. Ma di cosa si tratta esattamente e a chi sono mirati questi interventi?

Nel dibattito economico nazionale si rafforza l’idea che, per rilanciare l’occupazione, non bastino interventi generici: servono misure mirate, con incentivi pensati per specifici target.

Ed è proprio su questo principio che si basano i nuovi decreti interministeriali approvati nei giorni scorsi. Si tratta di accorgimenti importanti e fondamentali soprattutto per categorie più fragili, in difficoltà.

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Lavoro, è rivoluzione totale

Le categorie interessate sono due: i giovani sotto i 35 anni che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato e le donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi. Due gruppi storicamente penalizzati, spesso esclusi dal mondo del lavoro per ragioni economiche, culturali o sociali.

Le nuove misure, presentate nell’ambito del cosiddetto “Decreto Coesione”, puntano a correggere queste disparità attraverso leve fiscali. Il meccanismo è semplice: premiare le aziende che scelgono di investire su chi, fino a oggi, ha avuto minori opportunità di stabilità lavorativa.

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Nuove norme lavorative, le donne al centro delle nuove iniziative (Canva Foto) – www.managamentcue.it

Decreti e categorie escluse

Nel dettaglio, i decreti firmati dai ministeri del Lavoro e dell’Economia prevedono un esonero totale dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che assumono giovani under 35 senza precedenti contratti a tempo indeterminato o donne disoccupate. L’incentivo è applicabile esclusivamente in caso di assunzione a tempo indeterminato o trasformazione di contratti esistenti. Il provvedimento ha una forte valenza territoriale, con un’attenzione particolare al Mezzogiorno, dove i tassi di disoccupazione femminile e giovanile restano tra i più alti d’Europa. Tuttavia, gli sgravi contributivi sono validi su tutto il territorio nazionale. Secondo quanto dichiarato dal ministro Marina Calderone, l’obiettivo è quello di rafforzare la qualità dell’occupazione, stimolando le imprese a offrire posti di lavoro stabili e duraturi, e non forme contrattuali temporanee o precarie. Una scelta politica che mira a costruire basi più solide per l’inclusione sociale.

In attesa della pubblicazione definitiva dei decreti sulla Gazzetta Ufficiale, gli organi di controllo stanno completando le verifiche. Una volta approvati, gli incentivi entreranno in vigore e potranno essere utilizzati dalle imprese interessate. Si tratta di una misura che, pur non escludendo altre categorie, indirizza con decisione le politiche occupazionali verso giovani e donne. Gli incentivi potranno essere richiesti da tutte le aziende, comprese le piccole e medie imprese, purché in regola con gli obblighi contributivi e previdenziali. La durata massima dell’esonero è pari a 24 mesi, con possibilità di estensione in casi specifici legati a particolari condizioni territoriali o settoriali. L’intervento rientra nel più ampio piano nazionale di rilancio del lavoro stabile, sostenuto anche da fondi europei nell’ambito del PNRR.



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