I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm hanno lasciato passare una settimana prima di rispondere a Confindustria Varese, che in una nota stampa del 16 aprile scorso aveva ammonito i sindacati a «non usare la formazione finanziata come strumento di protesta sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici». Interpellati dai giornalisti per una replica immediata, i tre segretari di categoria — Nino Cartosio (Fiom), Gennaro Aloisio (Fim) e Fabio Dell’Angelo (Uilm) — avevano rimandato l’appuntamento a una conferenza stampa unitaria.
Non è dato sapere se a livello di relazioni industriali, quando c’è un conflitto, le risposte vadano servite fredde. Sta di fatto che, nella Camera del Lavoro di via Nino Bixio a Varese, per la conferenza stampa erano presenti non solo i tre segretari provinciali dei metalmeccanici, ma anche la Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) dello stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno.
CONFINDUSTRIA NON HA FATTO NULLA
Parlare dell’accordo raggiunto con la multinazionale turca — limitazione degli esuberi solo su base volontaria e con incentivi, blocco dei licenziamenti per i prossimi due anni e mezzo e investimenti per 136 milioni di euro — era un modo per rispondere agli industriali della provincia di Varese, in particolare a quelli iscritti a Federmeccanica.
Tutti i rappresentanti sindacali presenti hanno infatti ripetuto all’unisono che, nella trattativa e nell’accordo raggiunto con Beko, la grande assente è stata Confindustria, che — secondo i sindacati — «non avrebbe fatto nulla».
RELAZIONI INDUSTRIALI VIRTUOSE
Per chi segue le relazioni industriali di questo territorio, che vanta una tradizione manifatturiera di oltre due secoli, i rapporti virtuosi tra sindacati e associazioni datoriali sono una realtà consolidata. In questo botta e risposta, il piano nazionale — quello della contrattazione collettiva — si è sovrapposto a quello locale, anche se la trattativa con Beko ha avuto riflessi per l’intero Paese. «Qui non c’era in gioco solo Cassinetta — ha detto Gennaro Aloisio — ma 6.000 posti di lavoro in tutta la provincia di Varese. È stata una trattativa difficile e lunga, in cui le distanze tra noi e l’azienda erano notevoli, ma con il confronto e il dialogo abbiamo ottenuto un buon risultato, mantenendo gli impianti industriali, l’occupazione e gli investimenti. Questa trattativa l’abbiamo fatta da soli. È mancata Confindustria».
Nino Cartosio parla di «vasta condivisione del territorio» per tenere insieme lavoratori e tessuto industriale. «Abbiamo visto gli striscioni con la scritta “Cassinetta non si tocca” esposti sui balconi di molti comuni — ha ricordato il segretario della Fiom Cgil di Varese —. Si sono mobilitate Provincia e Regione. Una sola voce non si è sentita, né formalmente né informalmente: quella degli industriali».
NON RADICALIZZARE LO SCONTRO
«Il silenzio di Confindustria è pesato molto, perché si inserisce in un contesto difficile — ha aggiunto Fabio dell’Angelo segretario Uilm Altomilanese —. Il fronte comune serviva anche ad affrontare il futuro, visto che con i dazi americani gli elettrodomestici prodotti dai player asiatici approderanno sul mercato europeo».
Il segretario della Uilm ha invitato Confindustria a non radicalizzare lo scontro, ricordando il recente passato. «L’ultimo contratto nazionale l’abbiamo sottoscritto nel 2021 – ha sottolineato Dell’Angelo – In quel momento era saltato il mondo e le aziende che volevano ripartire non riuscivano a farlo perché la catena di fornitura non esisteva più. E non si riusciva nemmeno a capire come fare per poter continuare a lavorare in sicurezza. In quella fase abbiamo sottoscritto protocolli e accordi che sono un esempio virtuoso di come dovrebbero essere le relazioni industriali».
GLI INCENTIVI ALL’ESODO
Quello raggiunto con Beko al Mimit è un accordo difensivo. Ciò che fa intravedere una prospettiva è l’impegno dei turchi sul fronte degli investimenti. Per quanto riguarda Cassinetta, si tratta di 136 milioni di euro in prodotti, processo e struttura. Per le uscite volontarie è previsto un incentivo all’esodo che varia a seconda dell’età anagrafica delle persone: una cifra per gli under 40, un’altra tra i 40 e i 50 anni, e un’altra ancora per gli over 50. Per chi invece matura i requisiti alla pensione entro 24 mesi, è prevista l’integrazione alla Naspi. Per chi matura i requisiti pensionistici entro 48 mesi, sono previsti due anni di cassa integrazione con un incentivo all’esodo di 60.000 euro, seguiti da altri due anni di Naspi. Nei primi sei mesi — da giugno a novembre — gli incentivi saranno più alti; da dicembre inizieranno a diminuire progressivamente fino alla fine del 2027.
CONFLITTO AL POSTO DI COESIONE
«In questo scontro c’è una radicalizzazione un po’ anacronistica rispetto alla fase storica che stiamo attraversando — ha concluso Cartosio —. Forse si potrebbe lavorare mettendo gradualmente all’ordine del giorno una composizione o una mediazione che ci consenta di affrontare con più tranquillità, con più coesione, le difficoltà di contesto. Questo è il punto fondamentale».
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