Il 14 aprile 2025, OpenAI ha reso pubblico un insieme di proposte intitolate Piano economico dell’UE, un quadro strategico volto a favorire lo sviluppo e l’adozione responsabile dell’IA nel vecchio continente. Questo piano si propone come una risposta alle sfide specifiche incontrate dall’Unione europea in un contesto in cui l’IA sta diventando un motore centrale della trasformazione economica mondiale.
L’approccio adottato da OpenAI si basa su quattro principi guida.
Il primo insiste sulla necessità di rafforzare le basi materiali e umane dell’IA europea: infrastruttura di calcolo, accesso ai dati, padronanza energetica e sviluppo dei talenti. Questa base è presentata come indispensabile per evitare una dipendenza crescente dalle grandi potenze tecnologiche extra-europee.
Il secondo principio chiede una semplificazione del quadro normativo digitale. L’ambiente attuale è giudicato frammentato e talvolta controproducente per le imprese innovative. In quest’ottica, un’armonizzazione delle regole a livello del mercato unico è considerata una condizione preliminare per l’attrattività degli investimenti e la competitività delle imprese europee nel campo dell’IA.
L’adozione generalizzata dell’IA in tutti i settori economici e sociali costituisce il terzo pilastro del piano. OpenAI sottolinea l’importanza dell’acculturazione digitale su larga scala, condizione sine qua non affinché l’IA benefici tanto le grandi imprese quanto le PMI, i servizi pubblici quanto i cittadini. La sfida è duplice: garantire l’impatto economico dell’IA assicurando al contempo una maggiore inclusione sociale.
Il quarto principio riguarda la costruzione di un rapporto di fiducia tra gli utenti e le tecnologie dell’IA. Questa fiducia si basa sulla trasparenza degli strumenti, la loro capacità di essere personalizzati secondo le esigenze individuali, nonché la loro conformità ai valori e ai diritti fondamentali europei.
Questo approccio mira a legittimare la diffusione degli strumenti di IA nella vita quotidiana, in uno spirito di responsabilità condivisa tra attori pubblici e privati.
Per concretizzare queste orientazioni, OpenAI propone diverse azioni strutturanti:
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Un piano di espansione del calcolo dell’IA, con l’obiettivo di aumentare la capacità del 300% entro il 2030;
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La creazione di un fondo di accelerazione dell’IA dotato di un miliardo di euro per sostenere progetti pilota ad alto impatto;
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Una formazione su larga scala: educare 100 milioni di europei alle competenze fondamentali in IA entro il 2030 grazie a corsi online liberamente accessibili;
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Un’iniziativa sull’IA per la gioventù: finanziata dall’UE, sosterrebbe lo sviluppo di applicazioni di IA concepite congiuntamente con i giovani.
Questo piano direttore si inscrive in una logica di adattabilità. Consapevole del ritmo sostenuto dell’innovazione tecnologica, OpenAI concepisce questo quadro non come un documento fissato, ma come un canovaccio evolutivo, destinato ad adattarsi nel corso degli scambi con i governi europei e le parti interessate dell’ecosistema.
Convinta che con la giusta visione e la giusta esecuzione, l’Europa possa sfruttare l’IA per risolvere le più grandi sfide del nostro tempo, dal miglioramento delle cure sanitarie e dell’istruzione alla transizione verde, e questo a beneficio di tutti, l’azienda conclude il suo documento così:
“Siamo ottimisti sul futuro dell’IA in Europa. In soli due anni, la nostra tecnologia è diventata una parte essenziale e apprezzata della vita di milioni di cittadini europei. Abbiamo aperto il nostro primo ufficio a Parigi, stabilito la nostra sede regionale in Irlanda, istituito un ufficio a Bruxelles per collaborare con i responsabili dell’UE, e ora stiamo aprendo un ufficio a Monaco.
Vediamo un immenso potenziale nel talento e nell’energia presenti in Europa e siamo impazienti di rafforzare le nostre partnership crescenti qui. Siamo pronti a svolgere il nostro ruolo – sia collaborando sulla ricerca, fornendo nuovi strumenti potenti, sia lavorando sulle infrastrutture essenziali – affinché l’Europa possa accedere alle migliori capacità in IA”.
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