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Contributi per le imprese

 

Trump influenza i mercati più dei dati economici


“Donald Trump, l’uomo più potente al mondo, oltre a detenere il controllo sul pulsante nucleare, ha anche la capacità di muovere i mercati finanziari con una semplice dichiarazione”. Massimo De Palma (in foto), head of multi asset team di GAM (Italia) SGR, ricorda che, “in queste settimane, ha esercitato questa prerogativa con crescente frequenza, alimentando un’impennata nella volatilità che si è propagata su scala globale, con conseguenze tangibili per investitori, aziende e governi”. 

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Procedura celere

 

Il manager spiega che, “il calo del mercato azionario, pur preoccupando l’amministrazione americana, veniva inizialmente considerato un effetto collaterale tollerabile, funzionale al raggiungimento di un obiettivo superiore. Ma il rialzo repentino e marcato dei tassi sul Treasury decennale ha acceso una spia rossa, in particolare per il Segretario al Tesoro Scott Bessent. Le cause, come spesso accade, sono state oggetto di varie interpretazioni, ma ciò che davvero conta è l’effetto finale: un contesto molto più problematico per il finanziamento del debito pubblico statunitense. A quel punto sono scattati interventi diretti e indiretti sul Presidente per evitare il peggio. Da inizio aprile abbiamo assistito a un’escalation di dichiarazioni e contromosse: introduzione di nuovi dazi, rilanci, smentite, esenzioni temporanee, aperture seguite da inasprimenti. Tutto parte di una strategia negoziale estrema, ma anche estremamente rischiosa, non solo per l’esito in sé, quanto per gli effetti collaterali sulla fiducia e sulla crescita globale”. 

“Nel mezzo di questa instabilità – continua l’esperto – ha preso il via la stagione degli utili del primo trimestre. L’attenzione si concentra meno sui risultati passati e più sulle prospettive. Per l’S&P 500 è attesa una crescita degli utili del 7,3%, che rappresenterebbe il settimo trimestre consecutivo positivo. È probabile che il dato finale superi le attese, ma il punto è un altro: il mercato guarda avanti, e cerca di capire se le aziende cominceranno a rivedere al ribasso la guidance. Le imprese si trovano oggi a operare in un clima di incertezza radicale, dove è difficile pianificare investimenti e strategie. L’aumento dei dazi pesa, ma ancor di più pesa l’imprevedibilità. In questo contesto, le aziende sono spiazzate e incapaci di programmare con continuità. Nel frattempo, il consueto sondaggio mensile di Bank of America registra il sentiment più negativo degli ultimi trent’anni tra gli investitori sulle prospettive economiche”. 

“Al momento – conclude De Palma – questo pessimismo non si riflette ancora sull’asset allocation la liquidità resta su livelli fisiologici, ma se il caos comunicativo dovesse proseguire, è probabile un ulteriore deterioramento delle attese, con impatti negativi sugli utili e un’altra gamba ribassista sui mercati azionari. Se invece le negoziazioni dovessero decollare e prendere velocità, potremmo rivedere il sereno sui mercati e un ritorno a prospettive più positive”.



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