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l’impatto reale del taglio dei tassi della Bce


Roma, 18 aprile 2025 – Il progressivo calo dei tassi di interesse deciso dalla Bce ha fatto ripartire i mutui, ma ha fermato i finanziamenti per lo shopping di 8,2 miliardi, registrando un calo del 3,4% negli ultimi nove mesi. Secondo i numeri resi noti da Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), i prestiti per la casa sono aumentati di 5,3 miliardi di euro, in crescita dell’1,3% dai 420,8 miliardi di maggio ai 427,3 miliardi di febbraio scorso.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Mutui e prestiti, rate in calo con i nuoti tagli dei tassi della Bce

La seconda parte del 2024 e l’inizio del 2025, dunque, hanno portato l’inversione di tendenza per il credito bancario destinato all’acquisto di abitazioni: nei primi cinque mesi dello scorso anno, infatti, lo stock di questa categoria di finanziamenti era calato di quasi 4 miliardi, pari allo 0,9%. Tuttavia maggio ha segnato lo spartiacque. Un recupero abbondante si è registrato nella seconda parte dello scorso anno, per poi proseguire nei primi mesi del 2025, e ha coinciso con il cambio di passo della Bce: il costo del denaro, infatti, è stato ridotto, in più riunioni dell’Eurotower, fino al 2,25% deliberato oggi. Il tasso sui depositi passa infatti dal 2,50% al 2,25%: è il settimo taglio consecutivo dal giugno 2024, una misura adottata per contrastare il rallentamento economico nell’Eurozona, dovuto in parte alle tensioni commerciali e ai dazi imposti dagli Stati Uniti. Il taglio dei tassi mira a rendere il credito più accessibile, stimolando così investimenti e consumi. Per le famiglie e le imprese il taglio dei tassi si potrebbe tradurre in costi di finanziamento più bassi, con un impatto positivo su mutui e prestiti.  

In Italia il 25% delle famiglie sono indebitate  

Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,9 milioni, pari a circa il 25% del totale. Si tratta del numero complessivo delle famiglie che, oltre al mutuo, hanno anche altre forme di indebitamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, sono oltre 3 milioni e mezzo, invece, i nuclei familiari che hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. In totale le banche hanno erogato finanziamenti per 235,2 miliardi di euro: un dato in flessione rispetto ai livelli di fine 2020, a conferma di un rallentamento ancora evidente dovuto alla stretta monetaria.

Effetto tassi in calo: risparmiati fino a 122 euro per le famiglie  

Nel 2022 il tasso al 4,5% prevedeva per un mutuo a tasso fisso di 150mila euro su 30 anni, una rata mensile di circa 760 euro e di circa 948 euro su 20 anni. Nel corso del 2022 e del 2023 – ricorda Fabi – ha proseguito senza sosta l’aumento dei tassi di interesse sui prestiti, poiché il costo del denaro aveva progressivamente raggiunto il 4,5% per poi ripiegare al 3%. Nell’ultimo caso, un mutuo con durata 30 anni a tasso fisso per 150mila euro la rata mensile ammonterebbe a 638 euro; con la stessa cifra con durata 20 anni la rata sale a 840 euro. Questo significa che rispetto al 2022, una famiglia può risparmiare fino 122 euro mensili. Se il tasso fisso dovesse ammontare a 3,5%, un mutuo con durata 30 anni per 150mila euro la rata mensile sarebbe pari a 680 euro, per 20 anni la cifra sale a 880 euro.

Conto e carta

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I variabili hanno sofferto di più: rate su del 70-80%  

Nel biennio 2022-2023, sono i titolari di mutui a tasso variabile ad aver patito gli effetti della fiammata dei tassi con le rate salite anche del 70-80%. Circa un terzo del numero complessivo di mutui (427,3 miliardi erogati) è a tasso variabile (pari a 142 miliardi), ammontano invece a 285 miliardi i mutui a tasso fisso. Le banche hanno iniziato ad anticipare la prevista riduzione dei tassi a partire alla vigilia del 2024, un fenomeno che secondo Fabi potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Infatti, i tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,23% a dicembre, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare sotto quota 3%. Un esempio pratico è testimoniato dal fatto che sul mercato sono già presenti molte offerte tra il 2,5% e il 2,9%.

Le simulazioni

In Italia, quasi tutte le principali banche e istituti di credito offrono mutui con durata a 15 anni, che è una delle formule più richieste insieme a quelle da 20 o 30 anni. Il mutuo a 15 anni è spesso scelto da chi ha una certa solidità economica e vuole ridurre l’esposizione al debito nel medio termine. Per un mutuo di 200 mila euro a 15 anni la rata si riduce di 148 euro al mese, pari a quasi 1.800 euro all’anno. Secondo i dati di Crif e Banca d’Italia, la fascia più frequente dei mutui erogati è tra i 100 mila e i 150 mila euro. Su una durata di 25 anni, significherebbe risparmiare 78 euro nel primo caso, 118 nel secondo. Cifre che si traducono nell’arco di 12 mesi in 936 euro e 1416 euro. Per un mutuo di 200 mila euro, invece, il risparmio mensile è di 157 euro, che in 12 mesi significano oltre 1.880 euro in meno di esborso per il mutuatario. Se il mutuo ammonta a 250 mila euro, il vantaggio si amplia ulteriormente, calando a 197 euro al mese.

Risparmio in vista per chi acquista a rate  

Non solo mutui. L’ultimo taglio dei tassi potrebbe influire positivamente anche per acquistare un bene con un finanziamento a rate. Si tratta di una soluzione molto diffusa, ma spesso si sottovaluta l’impatto degli interessi sul costo finale. I tassi d’interesse sul credito al consumo, negli scorsi anni, avevano abbondantemente superato quota 10%, raggiungendo picchi vicini al 15%. Oggi la media è di poco superiore all’8%, ma secondo Fabi, alla luce del taglio deciso dalla Bce, si potrebbe arrivare a breve verso il 7,5%. Un esempio pratico può essere un viaggio. Con le vacanze pasquali alle porte si stimano oltre 11 milioni di italiani in viaggio e una delle mete più ambite per quest’anno è il Giappone. Per l’arcipelago nipponico, un viaggio di 10-14 giorni tra Tokyo, Kyoto e Osaka, potrebbe costare al viaggiatore 5 mila euro. Ipotizzando un finanziamento in 3 anni, la rata mensile è di 161 euro e il costo totale del viaggio arriva così a 5.784 euro, con 784 euro di interessi.



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