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Maxi frode fondi Pnnr, notificati gli avvisi di conclusione delle indagini: ci sono 4 irpini



Sono  stati notificati 26 avvisi di conclusione delle indagini preliminari sulla maxi frode scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia e del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, che con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche.

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Quattro gli irpini raggiunti dall’avviso di conclusione delle indagini: Maurizio De Simone, difeso dall’avvocato Gerardo Perillo, Omar vecchione, difeso dall’Avvocato Gerardo Santamaria, Stefano Della Pia difeso dall’avvocato Alfonso Laudonia ed infine un noto professionista di Avellino difeso dall’avvocato Ettore Freda. Sono accusati in concorso tra loro e con altre persone con lo scopo di commettere truffa ai danni dell’unione europea e di aver creato le condizioni di accesso ai finanziamenti agevolati ed in parte a fondo perduti concessi da Simest.

 

 

Una maxi frode riguardante i fondi assegnati con il Pnr, quella scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, che con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, eseguita ad aprile del 2024 contenente 24 misure cautelari personali (di cui 8 in carcere, 14 arresti domiciliari e due interdittive a svolgere attività professionale e commerciale) e sequestri per 600 milioni di euro, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, Mara Mattiolo, su richiesta del Procuratore Europeo Delegato, Donata Patricia Costa dell’Ufficio di Venezia.

 

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Le indagini sono iniziate attenzionando due società veneziane che avevano partecipato ai bandi di Simest (del gruppo Cdp) per ottenere i fondi europei del Pnrr, dedicata all’internazionalizzazione delle imprese.I documenti, secondo gli investigatori, presentati mostravano incongruenze, rispetto a quelli depositati alla camera di commercio: bilanci floridi a fronte di dichiarazioni dei redditi mai presentate e fatture non emesse.

 

Attraverso intercettazioni e accertamenti informatici è stata individuata una coppia formata da un uomo altoatesino e da una donna di origine ucraina, residenti in provincia di Verona, considerata il vertice del ramificato gruppo.

 

Tra i valori sottoposti a sequestro ci sono appartamenti e ville, rilevanti somme in criptovalute, orologi di alta fascia (Rolex), gioielli (Cartier), oro e auto di lusso (tra cui Lamborghini Urus, Porsche Panamera e Audi Q8), unitamente agli oltre 600 milioni di crediti creati dall’organizzazione smantellata dagli investigatori.

 

Le attività di polizia giudiziaria, condotte dalle Fiamme Gialle di Venezia con il supporto dei Reparti Speciali delle fiamme gialle, hanno consentito di individuare, -mediante l’uso della tecnica del “follow the money” – le condotte ritenute di riciclaggio e autoriciclaggio di ingenti profitti illeciti attuate attraverso un complesso reticolato di società fittizie artatamente costituite anche in Austria, Slovacchia e Romania.

 

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Ad agevolare la ricostruzione dei flussi finanziari illeciti hanno contribuito gli approfondimenti svolti su oltre 100 segnalazioni di operazioni sospette (provenienti anche da Financial Intelligence Unit estere) afferenti agli indagati che, unitamente ai riscontri documentali raccolti attraverso acquisizioni documentali e indagini bancarie, hanno consentito di individuare i presunti promotori, i partecipi e gli agevolatori del sodalizio criminale, con i differenti ruoli assunti dai responsabili nell’architettare evoluti sistemi di frode

 

Maurizio De Simone fu tratto in arresto in veste di ex proprietario del “Trapani Calcio nel periodo da marzo a giugno del 2019. De Simone, era stato recentemente coinvolto anche nell’indagine della Procura di Avellino relativa ai cosiddetti bonus facciate e bonus ristrutturazioni.



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