Il tessile protagonista del Poli Brand Festival, a Prato per la prima volta le proposte di CNA Federmoda per dare nuove frontiere ad Made in Italy. Esperti e imprese insieme presentano il “Manifesto del tessile del futuro”
“Moda destinazione futuro”. Questo è stato il fulcro attorno al quale si è sviluppato il forum Poli Brand Festival organizzato da CNA Toscana Centro e CNA Federmoda che hanno portato a Prato, per la prima volta, un appuntamento nazionale itinerante dedicato al confronto e allo sviluppo dei territori che generano eccellenza, i pilastri del Made in Italy. In questo caso, la giornata di lavori ha prodotto, con il coinvolgimento di esperti di caratura internazionale, vertici istituzionali, e circa 100 imprenditori un vero e proprio “Manifesto”: una piattaforma propositiva e operativa strategica per proiettare il sistema moda e il tessile verso nuove frontiere.
A guidare il Poli Brand Festival “Moda: destinazione Futuro” sono stati infatti il Presidente di CNA Toscana Centro Claudio Bettazzi, il Direttore Cinzia Grassi e gli esperti Fabio Renzi (Segretario Fondazione Symbola), Cristiana Rogate (Presidente di REFE) e Michelangelo Tagliaferri (Presidente Accademia di Comunicazione di Milano). Dopo i saluti del Sindaco Ilaria Bugetti, della Presidente della CCIAA Dalila Mazzi e dalla Presidente della Fondazione del Museo del Tessuto Fabia Romagnoli ad aprire i lavori è stato Francesco Viti Presidente Federmoda CNA Toscana Centro che ha fatto il punto su quanto emerso da 3 focus group centrati su Territorio, Sinergia e Talento.
Sono stati inoltre presentati i progetti studio Brand Festival “Saper comunicare il saper fare” e Italy X “Come certificare l’italianità delle imprese”. L’evento si è concluso con la presentazione del “Manifesto: destinazione futuro” e la tavola rotonda guidata dal Caporedattore de La Nazione Luigi Caroppo che ha visto un confronto tra l’Assessore allo sviluppo economico Benedetta Squittieri, Antonella Vitiello (Direttore Mita Academy), Claudio Bettazzi e Marco Landi (Presidente CNA Federmoda nazionale). L’evento è sponsorizzato da Sace e Meew e patrocinato da Comune di Prato e CCIAA Pistoia e Prato
Come sottolineato dai vertici di CNA Toscana Centro e Federmoda territoriale e nazionale, “il comparto sta affrontando sfide significative legate alla sostenibilità, al cambio generazionale e alla necessità di innovazione tecnologica e c’è la necessità di disegnare un nuovo modello di business per aiutare il settore ad affrontare le trasformazioni in atto. Per farlo, abbiamo coinvolto i nostri associati in 3 focus group tematici -: la sinergia, il talento e il territorio – organizzati come laboratori che hanno sviluppato e tematiche strategiche che abbiamo riassunto nel Manifesto Destinazione Futuro dove ogni punto è stato oggetto di proposte e progettualità.
Le imprese toscane della moda sono abituate ad andamenti ciclici della produzione, tuttavia le crisi geopolitiche e il protrarsi dello stallo della produzione sta portando a pesanti conseguenze congiunturali. A subire prima e maggiormente gli effetti della crisi e a risultare in tempi prolungati le più esposte finanziariamente sono oggi le imprese posizionate a monte della filiera (produzione e lavorazioni di materie prime e di parti del prodotto finale) e, tra queste, le micro e piccole imprese di natura artigianale, spesso fornitori di secondo livello.
La forte dipendenza dai committenti, che si sostanzia nell’imposizione dei prezzi per la produzione, ha inciso, negli ultimi anni, sulla sostenibilità economica della subfornitura che, se sottoposta a prezzi non remunerativi, non ha margini di investimento e diviene più vulnerabile. A fronte dei recenti aumenti dell’energia e delle materie prime i margini di queste aziende si sono ulteriormente ridotti, determinando in molti casi risultati d’esercizio negativi. A questo si aggiunge l’ultima stoccata legata all’imposizione dei dazi USA che rischia di penalizzare enormemente le esportazioni.
La moda italiana – hanno concluso i vertici di CNA Federmoda – ha futuro e continuità a condizione che la politica dia le risposte che servono alle imprese. Rimaniamo la prima manifattura d’Europa in produzioni di qualità e dobbiamo preservare questo patrimonio condividendo con tutti i soggetti coinvolti una politica industriale che lo permetta, con strumenti a favore del lavoro, dell’occupazione e delle imprese, che devono essere messe nelle condizioni di investire. Se si crea il contesto adeguato la moda può tornare a fare la parte del leone nell’economia nazionale”.
Il comparto moda ha un impatto ambientale e sociale elevato. La sostenibilità delle filiere è pertanto oggetto di una grande attenzione, anche legislativa, che spinge verso un cambiamento radicale che ruota attorno al concetto di responsabilità, di marchi, produttori e consumatori, rispetto alla produzione ma anche al fine vita dei prodotti tessili.
Sfide della Filiera Tessile
- Impatto Ambientale: La produzione tessile è un grande consumatore di risorse naturali e un importante emettitore di gas a effetto serra. Adeguarsi alle normative di Extended Producer Responsibility (EPR) e End-of-Waste (EoW) può rappresentare un costo significativo per le micro e piccole imprese
- Condizioni di Lavoro: Garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure lungo tutta la filiera è essenziale per la sostenibilità sociale. Questo include il rispetto dei diritti dei lavoratori e l’equità salariale
- Competitività Economica: Le micro e piccole imprese devono affrontare la concorrenza globale e le disparità nei costi operativi, come quelli energetici, che sono significativamente più alti in Italia rispetto ad altri paesi europei.
La sostenibilità economica lungo tutta la filiera del tessile è essenziale per garantire che le micro e piccole imprese possano operare in modo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Attraverso incentivi fiscali e finanziari, semplificazione normativa, formazione e supporto tecnico, promozione della sostenibilità, riduzione dei costi energetici, innovazione e digitalizzazione, e collaborazione tra imprese, è possibile creare un ambiente favorevole per la sostenibilità integrata nel settore tessile.
Per affrontare le sfide previste CNA Federmoda Toscana Centro, ha individuato le principali azioni mirate a potenziare la competitività economica delle nostre imprese che ci impegniamo di portare avanti con un approccio coordinato a tutti i livelli di governo:
- Riduzione dei Costi Energetici:
- Chiediamo la revisione dei requisiti delle Imprese Energivore adeguando alle micro e piccole imprese ad alta intensità energetica
- Valutare la fattibilità di un distretto energivoro e richiedere politiche per ridurre i costi energetici.
- Sostegno Finanziario e Incentivi Fiscali:
- Offrire incentivi fiscali alle aziende che investono in tecnologie sostenibili e pratiche ecologiche.
- Utilizzare crediti d’imposta per la ricerca e sviluppo e agevolazioni per l’acquisto di macchinari ecologici.
- Garantire equità nel supporto economico attraverso il piano energia.
- Normative e Regolamentazione
- Lavorare con le istituzioni per rivedere le normative europee e italiane, garantendo una maggiore tutela del Made in Italy.
- Combattere la concorrenza sleale attraverso la revisione delle normative.
- Implementare misure tecniche per definire un protocollo anti-contraffazione e legalità.
- Contrastare le violazioni della proprietà industriale e tutelare il settore della moda.
- Promozione della Collaborazione tra Imprese
- Mantenere la funzionalità dei Tavoli della moda con tutte le rappresentanze
- Incentivare progetti congiunti tra imprese per condividere rischi e benefici delle innovazioni tecnologiche. Questo può includere la creazione di consorzi o reti di imprese per affrontare sfide comuni
- Promuovere Ricerca e Sviluppo dei distretti
- Investire in progetti di ricerca e collaborare con università e laboratori per innovare i processi produttivi e sviluppare nuove tecnologie e materiali al livello della filiera.
- Collaborare con scuole e università per creare percorsi formativi specifici per il settore tessile.
- Implementare programmi di formazione continua per sviluppare le competenze tecniche e manageriali degli imprenditori.
ALCUNI DATI SUL SETTORE MODA
L’Area Studi e Ricerche CNA a marzo 2024 ha realizzato per CNA Federmoda un’indagine di campo presso un campione di artigiani e piccoli imprenditori attivi nei tre principali sotto-settori (Industrie tessili, Confezioni di articoli di abbigliamento, Confezioni di articoli in pelle e simili). Delle circa 600 imprese esaminate gran parte operano conto terzi: le “contoterziste pure” sono il 51,3% del totale, ma si arriva al 76,7% considerando quelle che operano sia conto terzi che con un marchio proprio.
Inoltre, il 67,5% delle imprese dichiara di trovarsi spesso ad operare come contoterzista di 2° livello, ossia senza relazioni dirette con il cliente finale, quello che colloca il prodotto finito sul mercato; la maggior parte delle imprese (il 54,7%) hanno rapporti con i clienti che non sono regolati da contratti formali. Solo il 17,1% dichiara di lavorare «sempre» con un contratto; una quota non secondaria di imprese (il 21,0%) dichiara che i rapporti con il loro principale cliente sono peggiorati negli ultimi anni; solo il 22,1% delle imprese sostiene di avere una buona capacità negoziale con i committenti, spuntando prezzi in grado di garantire la piena sostenibilità economica dell’attività produttiva.
In Toscana (Fonte Irpet) sono 16.700 le imprese che operano nel settore (22,7% di quelle italiane) e lavorano nella moda il 38,5% delle imprese manifatturiere toscane e il 5% di quelle operanti in tutti i settori. Complessivamente nel 2024 la moda toscana ha perso il 12,7% del fatturato esportato e la dinamica negativa non si è arrestata.
A livello nazionale, il comparto rappresenta una delle realtà più importanti della manifattura italiana con il 16% delle imprese, il 12,3% dell’occupazione, l’8,6% della ricchezza totale e il 10,5% delle esportazioni. E’ il settore nel quale le donne sono oltre il 55% delle addette e dove le piccole e medie imprese artigiane rappresentano il 95,9% della base produttiva e il 54,7% della forza lavoro, realizzano il 22,9% del fatturato e contribuiscono a creare il 35,7% del valore aggiunto. Di certo il biennio 2023/2024 è stato molto duro per il comparto, che ha perso il 9,7% di valore aggiunto contro il -1,9% del comparto manifatturiero riducendo del 3% la forza lavoro.
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