Il carrello della spesa più caro, le bollette al rialzo e le spese fisse che pesano sulle tasche delle famiglie e dei pensionati, erodono il potere di acquisto dei consumatori, mentre il clima di incertezza, legato anche al contesto geopolitico internazionale, spinge alla prudenza negli acquisti. E anche la Pasqua ne risente. A confermarlo sono Federconsumatori e Cna.
«L’effetto dei dazi ancora non lo sentiamo – spiega Andrea Cantori della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa di Ancona – ma stiamo registrando degli aumenti sulle materie prime, specie di caffè, cioccolato, uova e burro», prodotti impiegato nella preparazione dei dolci pasquali, ma anche utilizzati durante tutto il resto dell’anno. Mentre per quanto concerne caffè e cioccolato «i rincari derivano da cause oggettive, ovvero al cambiamento climatico che ha ridotto i raccolti, facendo aumentare il costo di queste materie prime, per gli altri prodotti non ci sono cause specifiche».
L’associazione di categoria rileva «un calo dei consumi costante, stiamo cercando di capire come evolverà la situazione, l’andamento della Pasqua sarà molto importante per capire meglio il clima generale. Intanto però notiamo un certo timore che spinge i consumatori a cercare di spendere di meno. Gli acquisti per la Pasqua sono partiti in ritardo dal punto di vista dell’agroalimentare ed ora è corsa all’ultimo minuto» conclude Cantori.
Serena Cesaro di Federconsumatori Ancona evidenzia «molte persone oltre a non spendere a causa degli aumenti, tendono a risparmiare per la paura del futuro e quindi limitano i consumi». Dal punto di vista alimentare «chi non ha la possibilità economica di accedere a certi tipi di cibi, come carne e pesce, che sono più costosi, finisce per scegliere alimenti di qualità inferiore e con minore varietà per la necessità di ridurre il costo. Su questo quadro incidono anche le bollette di luce e gas, che sono aumentate: da noi arrivano persone che addirittura non hanno acceso i riscaldamenti quest’inverno perché hanno poche disponibilità economiche, oppure li hanno accesi pochissimo».
Tra i più penalizzati, spiega Federconsumatori, ci sono le «famiglie numerose, quelle monoreddito e i pensionati. La flessione dei consumi – prosegue – non riguarda solo l’alimentare e l’energia, ma anche abiti e calzature, le persone alle prese con i mutui e le bollette, ci pensano due volte prima di acquistare capi di abbigliamento e scarpe, rimandano questi acquisti».
L’altro aspetto evidenziato dall’associazione dei consumatori è anche quello dei nonni che, «anche quando hanno una buona pensione, sono costretti a ridurre il loro tenore di vita per aiutare i figli che magari lavorano precariamente ed hanno figli da mantenere. I nonni oggi danno sostegno economico ai figli, fanno da baby sitter e autisti ai nipoti, anche perché manca un welfare a sostegno delle famiglie, soprattutto in questo periodo di crisi».
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