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Transizione digitale: Ori Martin modello di sostenibilità


La quarta delle cinque lezioni del programma Digital Transformation, promosso da Made Competence Center Industria 4.0 per supportare le Pmi nella transizione digitale, si è concentrata sul lavoro di riduzione dell’impatto delle lavorazioni sull’ambiente, per chiarire agli studenti «cosa significa essere aziende sostenibili».

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Come esempio concreto «Made» ha scelto Ori Martin, l’acciaieria cittadina di via Canovetti che produce più di 200 tipi di acciai al carbonio di diversi tipi di purezza, alimentando il mercato europeo dell’automotive. In Ori Martin, come ha spiegato l’ingegnere Maurizio Zanforlin, affiancato nella lezione dall’amministratrice Carolina De Miranda e da Laura Astori, negli ultimi anni si è investito per mettere a regime progetti concretizzati in impianti e strutture moderne, vantaggiose per la riduzione delle emissioni, per il risparmio di materia prima e energia, e per i costi economici.

Il punto

L’azione principale è stata la scelta di produrre acciaio a partire dalla fusione con forno elettrico (Eaf), che consente di impiegare il rottame ferroso (lamiere non verniciate delle automobili) come materia prima, con il doppio effetto di ridurre il ricorso all’estrazione di risorse naturali e diminuire la i rifiuti industriali da smaltire. Il forno, a carica continua, è stato tra i primi tre al mondo ad essere installato, tanto che ad oggi in Italia ce ne sono solo tre e nel panorama internazionale non più di 150.

Gli altri progetti illustrati da Zanforlin sono l’I-Recovery, la pompa di calore e il Lighthouse. I-Recovery è un impianto attivo dal 2016, costato 12 milioni di euro, con cui si cattura una parte del calore dei fumi del forno elettrico e lo si convoglia in un impianto che ne evita la dispersione, immagazzinandolo per usarlo in inverno come energia termica nel teleriscaldamento di Brescia (per 2.000 famiglie) e in estate come energia elettrica attraverso una turbina a fluido organico che va a rifornire 700 famiglie. La pompa di calore è un progetto del 2020 con cui si agisce sull’acqua di raffreddamento del forno fusorio e del consteel (software), recuperando calore a bassa temperatura (70 gradi) per portarlo a una temperatura di 120 gradi e essere immesso nel teleriscaldamento.

Digitalizzazione trasversale

Diversamente le azioni studiate in «Lighthouse» hanno l’obiettivo di potenziare il processo di digitalizzazione trasversale, coinvolgendo i reparti acciaieria, laminatoio, cyber security e raccolta dati centralizzata per creare una vera e propria «fabbrica fisica informatica» dell’acciaio.

Il progetto si è concluso nel 2023 con l’introduzione di Sap, che l’azienda sta continuando a sviluppare nonostante la conclusione di Lighthouse industria 4.0. Il lavoro verso nuove sostenibilità si sta allungando oggi verso ragionamenti attorno alla «scoria bianca», prodotta nei processi di fusione in quantità di circa 30-50 chili per tonnellata di acciaio, al momento destinata interamente alla discarica ma utilizzabile (essendo calce) per i cementieri, «perché se per Ori è un rifiuto, per loro è una risorsa, e questa è la circolarità messa in pratica». 

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